GUBBIO

La vertenza Css combustibile
tra denunce e ricorsi al Tar

Prosegue a Gubbio la vertenza sul Css Combustibile

 

A Gubbio, parlare di Css Combustibile, diventa divisivo, specie in periodo pre elettorale. Del resto le norme non aiutano. Di punto in bianco un rifiuto diventa combustibile e quindi può essere bruciato in impianti non originariamente concepiti per questo scopo. Aspetto fondamentale perché i parametri non sono gli stessi.

Il Tar del Lazio ha accolto la tesi della necessità di assoggettare gli impianti Css Combustibile al Via mentre quello dell'Umbria l'ha respintaClima, inquinamento, salute sono parole strettamente legate alle scelte politiche. Così come lo sono economia e occupazione. La politica cosa fa? Sceglie la semplificazione.

In Umbria, proprio quando gli uffici preposti dispongono che per l’aggiornamento delle autorizzazioni integrate delle Cementerie di Gubbio, serve la Valutazione di Impatto Ambientale (Via), viene rimesso tutto in gioco per effetto di un emendamento al Decreto Semplificazioni.

Tar contro Tar

Di colpo di scena in colpo di scena, anche l’Amministrazione Comunale, cambia posizione e, al rigetto del ricorso al Tar dell’Umbria, non dà seguito al ricorso al Consiglio di Stato.

Peccato che lo stesso, abbia, invece, rigettato il ricorso della Buzzi Unicem spa per l’annullamento della sentenza con cui il Tar del Lazio (n.16385 del 7 dicembre 2022) aveva negato il via libera ad alimentare il cementificio di Guidonia col Combustibile Solido Secondario, derivato dalla lavorazione della componente secca (plastica, carta, fibre tessili) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali.

Il Tribunale amministrativo del Lazio non ha accolto la tesi aziendale secondo la quale la modifica al progetto sarebbe «non sostanziale» rispetto all’Autorizzazione Integrata Ambientale (Aia) precedentemente rilasciata e ha quindi sancito che l’impianto deve essere assoggettato alla Valutazione di impatto ambientale.

Il No al Css Combustibile

Nel frattempo i Comitati ambientalisti eugubini non si fermano e 20 componenti iniziano una battaglia legale a maggio 2022 contro i responsabili amministrativi del processo autorizzativo da parte della Regione e della Provincia di Perugia.

Partono le indagini della Procura, che dispone subito l’archiviazione del caso perché gli elementi acquisiti appaiono inidonei a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti degli amministratori e tecnici che hanno svolto le procedure autorizzatorie.

Puntuale, arriva l’opposizione all’archiviazione. La denuncia/querela si basa sulla circostanza che le cementerie Barbetti e Colacem avrebbero erroneamente seguito il procedimento previsto dal comma 3 dell’articolo 35 del decreto legge 77/2021, che ha consentito l’uso di Css nelle cementerie come parziale sostituzione del pet coke.

Invece, avrebbero dovuto invece seguire il procedimento del comma 2, essendo coinvolte in attività di recupero dei rifiuti già dal 2007. Circostanza che rendeva necessaria la Valutazione di Impatto Ambientale, di fatto mai effettuata.

C’è anche attesa per l’udienza al Tar, riguardante il ricorso avverso le Cementerie Barbetti spa, fissata in data 6 febbraio 2024.

Ernesta Cambiotti

 

 

LE CEMENTERIE EUGUBINE

Guerra di dati sull’inquinamento ambientale dell’8 giugno 2023

Lascia un commento