GUALDO TADINO

L’adozione non arriva
e Charlie muore nel canile

 

Charlie non c’è più! Era ospite del rifugio San Lazzaro. Per non dimenticare i cani che muoiono in canile, è necessario raccontare gli anni della loro ingiustificabile prigionia.

Lo spirito della Legge 281 del 14 agosto 1991 è quello di combattere il randagismo togliendo i cani vaganti dal territorio e trasferirli nelle strutture sanitarie e rifugio, il tempo strettamente necessario a trovargli una famiglia.

Così non è, quasi ovunque. Motivazioni politiche, economiche e a volte, meramente egoistiche, segnano il destino di tante povere creature.

Ma parliamo di Charlie, ospite del rifugio di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia.

Il canile rifugio San Lazzaro

Al rifugio è stata destinata un’area ove insisteva un depuratore, che si dice sia stata bonificata.

La struttura non è proprio un esempio di modernità, sebbene siano stati recentemente fatti degli adeguamenti in seguito a un controllo congiunto dei Nas, Asl e Carabinieri Forestali.

Al suo interno sono rimasti una decina di cani. La loro esistenza, giorno dopo giorno, anni dopo anni, dentro a box/recinti aperti solo davanti e con vista, praticamente sul nulla.

Qualche cane è solo, perché si dice non vada d’accordo con i suoi simili e non ami particolarmente gli umani.

In questa struttura i cani muoiono anche di neoplasie ed è il caso di Charlie, addormentato lunedì scorso.

Il fallimento della legge sul Randagismo

Qualche settimana fa, era arrivata una richiesta di adozione, risultata, poi non idonea.

Avrebbe potuto conoscere il calore di una famiglia, per poco tempo, perché, poi è stato operato e rimesso nel suo box.

Charlie è una delle tante vittime del fallimento della legge sul Randagismo. Aveva circa sei anni. Di lui, resta solo una foto sfocata.

Il Randagismo, una piaga incurabile, che porta, specie al sud, a canili strapieni di cani che non avranno mai la possibilità di uscire.

Certo, il pericolo, sul lato opposto, è che i cani vengano dati in adozione con leggerezza, senza adeguati controlli.

Una normativa da rivedere, insieme alla cultura in tema di animali.

Ernesta Cambiotti

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