Il presidente del Partido Popular Alberto Núñez Feijóo ha esperito tra il 26 e il 30 settembre il suo tentativo di ottenere la fiducia (investidura) e dare un nuovo governo alla Spagna.
Come era preventivato non è riuscito a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria alla prima votazione ne quella relativa richiesta nella seconda votazione.
Feijóo ha ottenuto in parlamento 172 voti favorevoli. A sostenerlo, oltre al Pp e a Vox di Santiago Abascal, la Coalición Canaria e dal Partido Nacionalista Vasco, mentre contro hanno votato 176 deputati (Psoe, Sumar, partiti alleati e indipendentisti).
Nelle elezioni del 23 luglio scorso il Pp è risultato il partito più votato e con i suoi alleati ha sfiorato la maggioranza assoluta senza però raggiungerla.
Il discorso di Alberto Núñez Feijóo in Parlamento è stato autorevole. Ha mostrato una caratura istituzionale confermando la sua leadership e ponendo le base per la futura possibile legislatura all’opposizione.
L’alto prezzo degli indipendentisti
Sarà ora la volta del presidente uscente di cercare di ottenere l’investidura. In caso di fallimento al Re di Spagna non resterà che sciogliere le camere e indire nuove elezioni politiche.
Pedro Sánchez ha margini per riuscire ad essere riconfermato capo del governo ma lui e la Spagna rischiano di pagare un costo molto alto.
Come prezzo del loro sostegno, numericamente ridotto ma tuttavia indispensabile, i due partiti indipendentisti Erc e Junts chiedono l’amnistia per i reati legati al tentativo di colpo di stato del 2017 e la possibilità di indire legalmente un referendum per l’indipendenza della Catalogna.
L’amnistia permetterebbe a Puigdemont e Junqueras, i capi di Erc e Junts riparati all’estero, di tornare in Spagna e assicurarsi così un futuro politico.
Sono condizioni dure da digerire per gli spagnoli. Impensabili per gli elettori di centro destra e, secondo i sondaggi, duramente avversate anche dal 31% dell’elettorato del Psoe.
Il re Felipe VI dopo le consultazioni con i partiti ha incaricato Pedro Sánchez di tentare di formare il nuovo governo.
Il capo del Psoe prosegue intanto le trattative con gli indipendentisti, ma è evidente che la soluzione migliore per la Spagna (e per l’Europa) sia il ritorno degli spagnoli alle urne. La data sarebbe già fissata per il 14 gennaio 2024.
Vincenzo Fratta
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