LA DICHIARAZIONE «DIGNITAS INFINITA»

I no del Papa ad aborto,
utero in affitto e teoria gender

Dignitas Infinita. Tra i mali che affliggono l'umanità il pontefice non dimentica l'aborto, la maternità surrogata e la teoria gender per la loro negazione della dignità umana

 

La Dignitas Infinita pubblicata il 7 aprile dalla Congregazione della dottrina della fede è un documento rivoluzionario che coglie i fermenti di una società sempre più globalizzata nella tecnica, e nei commerci, ma priva di un’interconnessione sostanziale, fondata, realmente, sulla comune appartenenza al genere umano.

La Dichiarazione 'Dignitas Infinita' pubblicata il 7 aprile dalla Congregazione della dottrina della fedeCi sono alcune pietre miliari che hanno definito sempre meglio la dignità umana. Si possono citare, a volo d’uccello, le conquiste della scuola di Salamanca, durante l’apice del colonialismo spagnolo, fondatrice dello ius ad bellum e in bello (le condizioni per iniziare e come intraprendere una guerra), dello ius gentium (il diritto dei popoli) e del diritto naturale degli uomini all’uguaglianza e alla libertà.

I passi avanti dell’umanità

Si può continuare con la dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America del 1776, che recita: «Riteniamo che queste verità siano evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, che tra questi ci sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità»; come anche richiamando ciò che emerse da quel grande trauma collettivo che fu la seconda guerra mondiale.

L’istituzione del Tribunale di Norimberga comportò infatti il riconoscimento della comune dignità degli esseri umani e dei popoli, indipendentemente dal condizionamento socio-culturale di riferimento, il cui attentato comporta la possibilità di persecuzione giudiziale da parte di ogni membro del consesso civile.

Infine, è imprescindibile citare la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 e, non a caso, il suo anniversario è l’occasione per lo sviluppo dell’ultimo documento della Congregazione della dottrina della Fede.

L’analisi della «Dignitas Infinita»

Papa Francesco mentre si intrattiene con alcune coppie di sposi in piazza San PietroIl nuovo prefetto della Congregazione della dottrina della Fede, Cardinale Víctor Manuel Fernández, aveva precedentemente licenziato un approfondimento sul significato pastorale delle benedizioni, Fiducia Supplicans, arrivando a far «comprendere la possibilità di benedire le coppie in situazioni irregolari e le coppie dello stesso sesso, senza convalidare ufficialmente il loro status o modificare in alcun modo l’insegnamento perenne della Chiesa sul matrimonio».

Un testo molto controverso, specie per le Diocesi che non condividono le esigenze pastorali dell’Occidente in cui queste situazioni hanno un impatto sociale decisamente più significativo.

L’accoglienza, quindi, di questo nuovo testo della stessa Congregazione, si scontra certamente con l’inquietudine di quanti si sentono chiamati a fermare la (presunta) cedevolezza della Chiesa alle istanze (antievangeliche) del mondo.

Per sgombrare il campo da critiche di tal fatta, nonostante non manchino quelle di segno contrario (mancata apertura al progresso), si può velocemente far riferimento sia al titolo, che non giustifica certo una visione assolutista dell’uomo -il quale contiene una dignità infinita proprio perché deriva ed è in relazione a Dio, e alla Sua Incarnazione- sia alla conferma della pena di morte come attentato alla dignità della persona umana.

I singoli temi trattati dal documento

Su quest’ultimo punto, il naturale sviluppo lo si può cogliere già confrontando i paragrafi di Evangelium Vitae (25.3.1995), ad es. il 27, pur nella vigenza del vecchio Catechismo sul punto (riformato da Papa Francesco nel 2018) che ammetteva la pena capitale come ipotesi remota, per non dire astratta: «Tra i segni di speranza va pure annoverata la crescita, in molti strati dell’opinione pubblica, di una nuova sensibilità sempre più contraria alla guerra come strumento di soluzione dei conflitti tra i popoli e sempre più orientata alla ricerca di strumenti efficaci ma ‘non violenti’ per bloccare l’aggressore armato.

Nel medesimo orizzonte si pone altresì la sempre più diffusa avversione dell’opinione pubblica alla pena di morte anche solo come strumento di «legittima difesa» sociale, in considerazione delle possibilità di cui dispone una moderna società di reprimere efficacemente il crimine in modi che, mentre rendono inoffensivo colui che l’ha commesso, non gli tolgono definitivamente la possibilità di redimersi».

La nuova dichiarazione, anche se riprende i precedenti, si limita a porre l’opposizione alla pena di morte come testimonianza dell’alto valore della dignità umana (da preservare anche nel reo, figuriamoci sull’innocente), dignità da intendere in senso ontologico, secondo le distinzioni specificate nel documento, e da distinguere da quella morale, che si può offuscare e perdersi, ma che può essere redenta.

La difesa della vita del concepito

Nella Dignitas Infinita è ribadita l'inappellabile condanna dell'abortoTra i temi trattati dal documento, che non ha certo la pretesa di essere esaustivo, alcuni meritano la massima attenzione, per le controversie che suscitano in ambito politico.

Un tema è quello dell’aborto, trattato in maniera esemplare nel documento che, rifacendosi alla dignità ontologica propria di ogni essere umano, a prescindere dalle condizioni sociali, morali ed esistenziali, e quindi al tema già affrontato con la pena di morte, viene sviluppato anche con la definizione kantiana dell’imperativo categorico di trattare l’umanità come fine e non come mezzo (per risolvere altre difficoltà).

La Dignitas Infinita si focalizza anche sull’uso distorto delle definizioni (interruzione di gravidanza) che tendono a eludere la vita del concepito.

Il tema merita attenzione, oltre che per la votazione di questi giorni al Parlamento Ue, sulla scia della modifica costituzionale francese, anche perché la campagna presidenziale Usa pare che si stia giocando proprio su questo terreno. Il presidente in carica, nonostante sia cattolico, si vuole promotore di una legge federale che fissi in maniera generale una soglia, vincolante per tutti gli Stati americani, per l’esercizio dell’aborto, non permettendo, quindi, i tentativi di «impedire che venga tolta la vita ai più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole», in contradizione col paragrafo 47 della Dignitas Infinita e con l’Evangeli Gaudium di Papa Francesco.

L’intervento della Corte Federale che ha soppresso la vincolatività per ogni Stato del famoso pronunciamento «Roe vs Wade, è stato infatti scelto dalla campagna presidenziale dei democratici per politicizzare la questione («quella sentenza è colpa di Trump»), proprio mentre lo stesso sfidante si era espresso sul tema, valorizzando la libertà di ogni stato di legiferare in materia,
secondo gli orientamenti della popolazione, specificando anche la sua personale convinzione (tutela della vita del concepito tranne per stupro, incesto o pericolo per la madre, al fine di
spegnere la propaganda democratica basata su questi casi-limite) e prendendosi (inopportunamente) il merito del revirement giurisprudenziale.

Che il tema sia scottante lo dimostra il voto in Florida, concomitante con le presidenziali, in cui i cittadini saranno chiamati a scegliere o bocciare l’inserimento nella Costituzione statale di una
soglia obbligatoria della possibilità di aborto di 24 settimane, da cui nessuna legge della Florida potrebbe più derogare.  Analoga proposta è stata presentata, come detto, dall’amministrazione Biden a livello nazionale.

In controtendenza a ciò, sta la legge attuale dello Stato della Florida, che fissa a 15 settimane la possibilità generale di aborto e che, dopo 30 giorni dalla costituzionalità espressa a riguardo dalla Corte statale in una diversa pronuncia, permetterebbe l’entrata in vigore di un altro limite, di 6 settimane.

Di fronte a ciò, la proposta del repubblicano Linsday Graham di un limite generale di aborto, a livello nazionale, di 15 settimane, è stata giudicata gravemente inopportuna dallo stesso Trump che pure in privato, durante le primarie, pare l’avesse appoggiata.
L’atteggiamento di Trump sembra sottintendere come il tema sia preda della capacità comunicativa (e di propaganda, in definitiva), e come questo possa trascinare l’esito delle votazioni presidenziali.

Maternità surrogata e teoria gender

Dignitas Infinita. La maternità surrogata lede gravemente la dignità della donna e del figlio ridotto a mero oggettoSul cosiddetto utero in affitto, oltre a richiamare la dignità dei gesti coniugali, si propone la proibizione universale di tale pratica, in linea con il programma sul punto dell’attuale Premier italiano (in maniera innovativa anche sul panorama internazionale).

Altro tema rilevante trattato dalla Congregazione è stato il rifiuto di una visione antropologia in cui viene cancellata la differenza uomo-domma (portatrice di fecondità, anche culturale), separando il genere socio-culturale dal sesso biologico e illudendo sulla scelta di quest’ultimo. Coerente con questa impostazione anche la condanna del cambiamento di sesso, al di là degli interventi medici correlati ad anomalie genitali.

Ovviamente tutti i temi trattati nella Dignitas Infinita meriterebbero un approfondimento, che non era certo possibile nel suddetto documento, in quanto tangenti nel riaffermare il valore della comune dignità umana.

A tal proposito una considerazione deve essere fatta in merito alle consuete obiezioni riguardo un’etica comune del genere umano.

Se la comune condivisione della natura umana (razionale) è un fondamento oggettivo, la constatazione dei differenti approcci e delle differenti leggi e consuetudini rispetto a temi anche rilevanti, s’impone su un piano diverso, quello soggettivo.

In definitiva, condividere valori universali, non significa che questi abbino unanime diffusione, giocando certamente un ruolo determinante i condizionamenti culturali, di cui la nostra società, di matrice individualista, non è certamente priva.

Oltre i limiti della società individualista

Per tornare al documento della congregazione (il cui stile affermativo è certamente originale per l’Istituzione) questo da un lato sembra rappresentare la summa del pensiero del Papa, il quale cerca di tirare un po’ le fila del suo magistero, dall’altro, come ogni intervento in ambito sociale, non permette una dichiarazione definitiva, in quanto soprattutto nel mondo odierno, questi temi conoscono sviluppi improvvisi.

Tornando ai grandi sconvolgimenti della storia che hanno permesso un progredire nella consapevolezza della dignità umana, c’è un aspetto, trascurato, che certamente sarà terreno di dibattito nel futuro, proprio associato con la definizione di umanità: è il tema dell’Intelligenza Artificiale.

Il grande sviluppo delle funzioni di programmazione, di sistemazione dei contenuti, di linguaggio, di interrogazione, e anche di predizione e di adattamento, proprio degli apparati digitali (per il cui sviluppo si parla di machine learning), comporta una nuova ridefinizione di ciò che è autenticamente originale e proprio dell’umanità.

Ci riferiamo alle facoltà intellettuali superiori, che possono anche definirsi spirituali (tra cui il pensiero etico), la cui riscoperta si rende necessaria per governare e non farsi governare dai nuovi strumenti, che possono portare ad un’ebbrezza e alla perdita di punti di riferimento.

Armando Mantuano

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