Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. L’edizione 2021 è ospitata dal Pakistan e ha come tema il «Ripristino dell’Ecosistema» nell’ambito della campagna «Reimagine, Recreate, Restore».
Il segretario generale dell’Onu, Guterres, avvertendo che ormai siamo vicini al punto di non ritorno, lancia il Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino dell’Ecosistema 2021-2030, un grido di battaglia globale per fare in modo che governi, aziende e cittadini facciano la loro parte per curare il nostro pianeta malato.
Gli uomini stanno perdendo e distruggendo le fondamenta della propria sopravvivenza a un ritmo allarmante. Più di 4,7 milioni di ettari di foreste vengono persi ogni anno, privando il mondo di pozzi di assorbimento del carbonio come le foreste e le torbiere.
Le emissioni globali di gas serra sono cresciute per tre anni consecutivi e il pianeta va verso cambiamento climatico potenzialmente catastrofico.
L’Europa nel Recovery Fund punta all’ambiente e subordina la concessione dei finanziamenti alla destinazione di almeno il 36% alla tutela dello stesso.
È il nostro Governo cosa fa? Semplifica tutte le procedure di verifica ambientale per le attività economiche e quelle di bonifica dei siti compromessi. Inserisce semplificazioni per bruciare Css Combustibile e rifiuti in genere.
Avete capito bene bruciare! Dimenticando o ignorando che economia circolare e sostenibilità sono tutt’altro, escludendo quello che si brucia dal calcolo degli obiettivi e dalle finalità del Green Deal Europeo.
Decreto semplificazioni e tutela ambientale
Salvare il Paese, la sua economia e i posti di lavoro, costituiscono priorità, ma dopo la salvaguardia di ambiente e biodiversità.
Il Pnrr e soprattutto il Decreto semplificazioni non sembrano tenere conto di tutto questo.
Accorciare i tempi, alleggerire la burocrazia sicuramente può favorire la nascita di imprese, ma a quale prezzo? Quali garanzie per ambiente, sicurezza e salute e legalità?
Bonifiche di aree compromesse o verifiche di impatto ambientale o sulla salute, non possono essere eluse. Soprattutto non può essere lo Stato a ignorare la pericolosità di modalità autorizzative come, ad esempio, il silenzio assenso.
I casi «terra dei fuochi» e Ilva non hanno insegnato nulla?
I morti, i malati, hanno un peso morale e un costo per la sanità pubblica, insopportabili.
L’intervista al ministro Cingolani che ho letto sul Fatto Quotidiano mi ha lasciato veramente perplessa.
Sul fronte dei partiti, i Cinque Stelle hanno veramente perso di vista i sui principi fondanti e ora proseguono a braccetto con il Partito Democratico.
Risultato, una classe dirigente che è stata capace di avallare disastri ambientali come quello dell’Ilva nell’ultimo decennio, ora dovrebbe occuparsi della transizione ecologica.
Forse qualcuno dovrebbe spiegare a questi signori in cosa consiste effettivamente!
Ernesta Cambiotti
RISCHI AMBIENTALI
Il Pnrr non deve far dimenticare la tutela di salute e ambiente del 28 maggio 2021