TORNA L’ORA LEGALE

Quella spinta gentile
che cambia le nostre abitudini

Nella notte tra il 30 e 31 marzo torna l'ora legale. Alle 2 lancette avanti di 1 ora.

 

Il governo ha stabilito il giorno del passaggio all’ora legale. Le lancette dell’orologio alle 2 della notte di Pasqua, tra il 30 e il 31 marzo, si sposteranno avanti di un’ora.

L'ora legale, una spinta gentile che modifica le nostre abitudiniIl passaggio, in prossimità dei due equinozi annuali, del cambio di orario, è tra le operazioni più misconosciute e incomprese dalla popolazione, che si adegua, spesso automaticamente, a tale provvedimento.

È noto che con l’ora legale, si dorme un’ora in meno, e le giornate si fanno «più lunghe», e questa è un’opportunità anche di risparmio energetico.

In ambito europeo, già da alcuni anni, si è in realtà deciso, anche se in maniera non vincolante, di lasciare un orario fisso e abolire i passaggi di orario.

La pandemia di Covid ha poi stravolto ovviamente le priorità e il discorso è stato lasciato cadere in sospeso.

La notizia del cambio di orario deciso dal Governo proprio la notte di Pasqua offre l’opportunità di allargare il discorso.

Il paternalismo libertario

Il premio Nobel Richard Thaler Sunstein è uno studioso di economia comportamentale. La disciplina si occupa dei processi decisionali e delle preferenze dei consumatori e dei clienti, analizzando i meccanismi mentali che impediscono la soluzione più razionale.

Innanzitutto, la visione antropologica sottesa all’analisi è quella di un uomo non guidato solamente da calcoli, e coerenza matematica. L’ uomo è pieno di pregiudizi e condizionabile, e di tale stato di cose si fa esperienza tutti i giorni.

La scelta di chi studia i comportamenti umani è quindi quella di prendere atto dei condizionamenti umani e abbandonare l’astratta regola del libertarismo assoluto, ossia pensare che bisogni lasciare fare tutto.

Ovviamente, nemmeno il dispotismo di voler dirigere in tutto e per tutto gli altri, senza dare valore al loro spazio di libertà, è una scelta praticabile. Così l’autore ha coniato il termine «paternalismo libertario» come quella sintesi capace di dirigere e orientare le persone al bene, senza vincolarle.

Come si può intuire l’analisi può valere sia per il consumatore, che per il cittadino, ossia traslarsi dalle decisioni delle aziende a quelle dei governi.

Una nuova dottrina politica?

Nel libro ci sono molti esempi di applicazione di tale principio, in modo da orientare in maniera impercettibile, attraverso la mera comunicazione, le scelte dei fruitori di un servizio o il comportamento civico.

Fare leva sulla prospettiva positiva, stimolare l’impulso associativo delle persone, ossia fare leva sulla mentalità di gregge innata e volgerla in positivo, rimuovere gli ostacoli, fare leva anche sulla pigrizia delle persone, può portare a risultati enormemente più efficaci che sanzionare le persone.

È noto che le funzioni di default dei nostri telefonini raramente sono cambiate dagli utenti, così come se si vuole far aumentare gli abbonamenti, basta offrire gratuitamente una mensilità e poi provvedere al rinnovo automatico.

La comunicazione istituzionale è già fondata su una dialettica di questo tipo, e sicuramente lo sarà sempre più in futuro, anche se forse non c’è troppa consapevolezza a riguardo.

Per esempio, la tendenza di comunicare per prima la quota di astensionisti nelle consultazioni elettorali e sottolinearne l’ampiezza, è un modo sicuro per estenderne l’influenza.

La scelta dell’ora legale

Richard Thaler Sunstein, Nudge. La spinta gentileUn esempio di imposizione tratto dal libro dal libro di Richard H. Thaler Cass Sunstein, Nudge. La spinta gentile, volta a favorire l’autocontrollo e le sane abitudini, come dormire prima la sera e svegliarsi prima la mattina, è la previsione governativa proprio dell’ora legale.

Un cambiamento formale, ossia la lettura di un orario diventa infatti un «pungolo» capace di cambiare in meglio le abitudini personali, svegliarci prima e risparmiare energia. Si dice che l’idea venne a Benjamin Franklin, noto per la sua taccagneria, che pensava così di risparmiare molte libbre di cera per candele.

Se il progetto europeo andasse in porto, l’Italia, paese mediterraneo, potrebbe sfruttare a lungo e più favorevolmente la luce solare.

L’implementazione di un metodo di spinta gentile, tuttavia, non dovrebbe prevedere forme coercitive, ma «facilitazioni» delle scelte, rimozione di ostacoli e orientamenti (anche visivi) verso le alternative più benefiche, il cui raggiungimento deve essere «semplice».

Una «spinta gentile»

Durante il periodo del Covid il nostro paese ha conosciuto la più penetrante opera di controllo sociale, sperimentata attraverso suggestioni negative e sanzioni gradate, da soft a vere e proprie persecuzioni.

Al di là del bilanciamento delle misure (e anche la tempistica delle stesse) rispetto ai valori costituzionali, di cui ci si è già occupati nel merito, quello su cui si potrebbe riflettere è come si sarebbe dovuto declinare l’intervento governativo, applicando i principi della «spinta gentile».

Al di là dell’opportunità di tale intervento in una situazione di emergenza, avendo certamente il processo della spinta gentile un orizzonte di tempo lungo, il bombardamento di informazioni, non ha certamente favorito la decisione, e nemmeno il convincimento delle singole persone.

Puntare sulla preservazione e difesa delle persone più fragili (anche se compiuto in maniera parziale e incoerente) può invece esser stato uno strumento più efficace nel coinvolgimento dei cittadini, stimolando anche le loro virtù sociali.

Per questo motivo, personalmente, ho considerato offensivo, dopo l’adesione largamente maggioritaria della popolazione ai vaccini, una previsione di multa indiscriminata per gli ultracinquantenni.

La scarsa efficacia della misura, poi, mi ha radicato nel convincimento della gratuità di tale imposizione.

La sbronza autoritaria, comunque, ha lasciato quasi un’amnesia collettiva (come quella sperimentata dopo un trauma), impedendo soluzioni preventive e con orizzonti temporali più ampi.

Una riflessione in più potrebbe aiutare i governi che si succedono ad accompagnare i cittadini verso trasformazioni e transizioni inevitabili, preparandoli e facendo anche leva sulla passione (e anche preparazione) civica che cova spesso come fuoco sotto la cenere.

Armando Mantuano

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