GRUPPO ICCREA

Varato il Piano industriale
2024-2026

La sede del Gruppo Bancario Iccrea in via Lucrezia Romana

 

Il 17 aprile è stato presentato all’Ugl Credito e agli altri sindacati aziendali il Piano industriale 2024-2026 del Gruppo Bancario Iccrea.

Il Piano Industriale 2024-2026 del Gruppo Bancario Iccrea presentato il 17 aprile ai sindacatiIl precedente Pi datava 2023-2025, ma le modificazioni dello scenario economico determinate dalla crisi energetica e dalla crescita dell’inflazione hanno reso opportuno procedere a delle integrazioni e al suo conseguente allungamento.

I dati illustrati dal direttore generale del Gruppo Bancario Iccrea, Mauro Pastore, mostrano un soddisfacente e positivo andamento dei conti e dei risultati del gruppo in quasi tutti gli indicatori.

Aumentano la redditività e il credito erogato. Migliorano i servizi svolti alla clientela, in coerenza e in linea con il sostegno costante all’economia locale, alle imprese, ai soci, alle famiglie.

Apprezzato dai sindacati il riconoscimento dell’assenza di esuberi di personale e l’impegno ad incrementare le assunzioni, così come l’annunciata preservazione della rete di sportelli del Gruppo.

Se quest’impegno verrà rispettato costituirà un importante — sia pur limitato — freno al deprecabile fenomeno della desertificazione bancaria che ha già privato di uno sportello bancario gli abitanti di 3.300 comuni italiani.

I rischi di cessioni di rami d’azienda

«Nell’illustrazione di Piano industriale complessivamente positivo — ha dichiarato il responsabile del coordinamento nazionale dell’Ugl Credito del Gruppo Iccrea, Domenico Pota — è però mancata l’auspicata rinuncia alla politica di cessioni di rami d’azienda a società esterne al Gruppo, dopo le esternalizzazioni già effettuate dei comparti banca corrispondente, monetica, segreterie fondi per il credito agevolato».

Il timore dei sindacati riguarda possibili cessioni delle infrastrutture tecnologiche del Gruppo.

La stagione dei rinnovi contrattuali

Il 21 marzo si erano intanto aperte le trattative per il rinnovo del Contratto Nazionale di Federcasse a cui seguirà il completamento dei contratti integrativi di gruppo.

Alla luce dei ragguardevoli risultati economici raggiunti dalle banche, i lavoratori del comparto Federcasse si aspettano un tangibile adeguamento delle retribuzioni, non soltanto come recupero dell’erosione degli stipendi determinata dall’inflazione ma anche come riconoscimento del loro decisivo contributo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

Per quanto concerne la parte normativa le richieste sindacali più rilevanti sono la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore settimanali e un rafforzamento degli strumenti di welfare aziendale (previdenza complementare, cassa sanitaria, long term care).

Marco Scauro

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