GUBBIO

A Convegno per salvare
un equilibrio compromesso

Convegno a Gubbio sul rischio cementerie nei centri urbani. (nella foto la cementeria Barbetti)

Grande partecipazione, oltre le più rosee aspettative, ha riscosso il convegno tenutosi sabato 3 dicembre al Centro Servizi Santo Spirito di Gubbio, dal titolo Un equilibrio compromesso. Salute, ambiente, economia, promosso dai comitati ambientali della città eugubina insieme ad altre associazioni ambientali di Monselice, Galatina, Venafro che si trovano a combattere la stessa battaglia per la salute e l’ambiente.

Scorie di lavorazioneDecine di comuni italiani alle prese con la presenza invasiva di cementerie, industrie insalubri di prima classe, in prossimità, se non ricadenti in centri abitati, come nel caso locale, la cementeria Barbetti nel cuore di Semonte e la cementeria Colacem prossima alla più popolosa frazione eugubina di Padule.

Cosa ci si attende ora dalle conoscenze acquisite da relatori altamente qualificati, come il dott. Crosignani, medico, fisico ed esperto di epidemiologia ambientale, la prof.ssa Ravera, biologa ricercatrice dell’Università di Palermo, il dott. Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe, la prof.ssa Cerrino, docente della Scuola di Economia Civile, la prof.ssa Gerbeti dell’Unità affari regolatori del Gse?

Che le Istituzioni locali, dalla Regione al Comune, preposte a garanzia sanitaria e ambientale, intervengano con provvedimenti inibitori di una pratica tanto inutile quanto pericolosa per la pubblica salute, che sta per avere attuazione nelle prossime ore, quella dell’utilizzo dei combustibili solidi secondari nelle cementerie eugubine.

E, si ricorda, senza alcuna preventiva valutazione ambientale, nonostante l’afferenza della «Barbetti» in mezzo a case e scuole e, per la Colacem, la prevista realizzazione di un nuovo punto di emissioni E82 (per gli odori prodotti dallo stoccaggio dei Css, rifiuti nella sostanza, sino a 600 tonnellate).

Questo, nonostante le Cementerie di Gubbio stiano utilizzando rifiuti nel loro processo produttivo sin dal 2007, senza averlo dichiarato alla Regione, come risulta dalla comunicazione da esse inoltrata.

I comitati hanno ritenuto grave la facilità e la superficialità con cui sono state concesse le autorizzazioni del 29 dicembre 2021 all’impiego di tale combustibile e hanno presentato impugnazione, ora pendente al Tar, e hanno chiesto ragguagli sul rispetto della normativa antincendio che, fino alla settimana ultima scorsa, si è scoperto carente, da nota precipua del Ministero degli Interni.

Stefano Chirico

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