I.C. ANNA FRAENTZEL CELLI

Ultimo giorno di scuola
senza sprechi alimentari

Nel plesso Santoro dell'I.C. Anna Fraentzel Celli di Roma un'iniziativa contro lo spreco alimentare

 

Un ultimo giorno di scuola speciale è quello che si è vissuto l’8 giugno scorso nel plesso Santoro dell’Isituto Comprensivo Anna Fraentzel Celli di Roma. Come coniugare attenzione allo spreco e divertimento?

Contro lo spreco alimentare occorre riscoprire la cultura del riusoIn alcune occasioni è possibile appaiare le due esigenze, insieme ad una più profonda educazione ecologica che porti ad una maggiore consapevolezza della responsabilità che abbiamo come primi consumatori del Pianeta.

Il sistema occidentale capitalistico permette a una piccola fetta di popolazione mondiale di avere accesso alla maggior parte dell’alimentazione prodotta nel mondo, in misura maggiore rispetto alle reali esigenze, con la conseguenza di tonnellate e tonnellate di cibo perso.

Se nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione sul tema anche nelle scuole pubbliche si finisce per sprecare gli alimenti avanzati, un gruppo di maestre ha inteso dare un segnale di discontinuità e di inversione di tendenza, utilizzando il cibo avanzato per approntare degli improvvisati buffet.

Così, in occasione dell’ultimo giorno di scuola, i panini in eccesso sono stati riempiti di marmellata, crema alla nocciola, o semplicemente conditi con olio e sale, soddisfacendo tutti i gusti.

Rilanciare la cultura del riuso

Contro lo spreco alimentare occorre riscoprire la cultura del riusoGrazie all’aiuto di alcuni genitori, la preparazione dei banchetti è avvenuta in maniera rapida e allegra. In meno di un’ora l’ultimo giorno di scuola «per far sì che il Pianeta non abbia…i giorni contati» era completamente allestito.

Che bello sarà stato per i piccoli assaggiare questa sorpresa fatta apposta per loro, una sorpresa che non solo non è costata, ma che ha ingenerato risposte positive e sana voglia di emulazione. Ecco che i bambini sono usciti e, tra un gavettone e uno schizzo d’acqua con la pistola, venivano a rimpinzarsi ai tavolini felici di questa merenda semplice e speciale, come piace a loro.

Queste occasioni virtuose possono moltiplicarsi, basta poco e una piccola forma di organizzazione, con un pizzico di attenzione verso tutto ciò che abbiamo in eccesso e di cui non siamo consapevoli.

L’iniziativa ha riscosso anche un consenso intergenerazionale, rievocando i sapori del passato; speciale sentire una nonna dire: «è stato bello, non mangiavo più pane e cioccolata da anni e ne avevo dimenticato il sapore. È stato per me un salto a quando ero bambina».

Effettivamente sarebbe utile riprendersi gli stili del passato, dove la cultura non portava a buttare, ma a riutilizzare, rinforzare, modificare; dove la produzione era pensata per durare e non si comprava più di quanto si potesse utilizzare, anche da parte di chi se lo poteva permettere.

Ovviamente questa iniziativa è, come si dice, solo una goccia in un oceano, tuttavia dal forte significato culturale, in linea con tante associazioni del terzo settore, impegnate nel prelevare le derrate alimentari in eccesso, stipate nei magazzini delle grandi distribuzioni.

Un piccolo-grande gesto virtuoso

Ci sono infatti anche applicazioni che permettono al singolo di poter intercettare il cibo in eccedenza di negozi, o ristoranti convenzionati (Too Good To Go); mentre la Onlus più impegnata nel distribuire le derrate in eccesso alle associazioni di volontariato che sostengono i poveri, gli emarginati e i nullatenenti, è il Banco Alimentare.

Ebbene, questa occasione di divertimento, originata dall’idea di una maestra, ha avvicinato, in una ancora inconsapevole solidarietà, i bambini di una scuola, ai tanti attivisti che si prendono cura del prossimo più indigente.

Se l’esperienza è la miglior forma di educazione, questa occasione potrebbe essere l’opportunità per avvicinare ad un consumo responsabile del cibo, che non significa solo ridurre, o magari eliminare, lo spreco, ma anche scegliere i prodotti più sani e naturali, senza per questo rinunciare al divertimento.

Inoltre, la spensieratezza e la felicità dei bambini permettono di arricchire, anche inconsapevolmente, quel noi fatto di tante realtà associative che affrontano i problemi, o meglio gli effetti collaterali, della nostra società globalizzata in cui l’1% della popolazione mondiale detiene più o meno il 99% della ricchezza.

In attesa di politiche redistributive più eque, far comprendere che ognun o di noi può fare già la sua (piccola) parte, è già una conquista.

Erica Di Santo

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