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Quei rami non rimossi
a Porta Maggiore

 

L’acquazzone che ha colpito la Capitale la sera di lunedì 16 luglio ha incrementato il fenomeno della caduta di tronchi di albero e rami indeboliti dalla cronica mancanza di «ordinaria» potatura da parte dei giardinieri del Comune. Mentre al Quirinale un tronco cadeva senza danni sulla garrita di sorveglianza, in via Carlo Alberto nei pressi di Porta Maggiore un albero di carrubo di circa sei metri è precipitato su tre auto. L’albero ha distrutto due dei tre veicoli che sono stati portati via. I Vigili del Fuoco hanno provveduto a tagliare tronco e rami mettendo così in sicurezza la zona.

Da allora il competente Servizio Giardini, guidato dal dipartimento Ambiente del Campidoglio (sì, quello dei vitigni, delle pecore e, un giorno, dei petali di rose sulle strade) non ha provveduto a rimuovere il legname accumulato. A parte ogni considerazione legata al decoro della città – siamo in piano centro, vicino ad una della principali Basiliche romane – e alle condizioni di lavoro dei negozi adiacenti, il disagio maggiore lo sta subendo la titolare della terza auto non distrutta per la caduta dell’albero ma rimasta imprigionata tra le cataste di legname.

Si tratta di una Nissan, con tagliando di portatore di handicap, rimasta al suo posto perché essendo in grado di muoversi la proprietaria, non ha ritenuto di dover pagare carro attrezzi e deposito. Ma ora è bloccata da 13 giorni, nel groviglio di rami secchi abbandonati. La donna, che ha una figlia portatrice di handicap, sentita dal Corriere della Sera ha dichiarato che sebbene l’auto sia marciante «non riesce neanche a entrare per prendere gli oggetti di cui ha bisogno, né a portarla a riparare in officina». Per accompagnare la figlia a fare riabilitazione è dovuta ricorre ad «un auto in prestito».

La caduta dell’albero in via Carlo Alberto era, come in molti altri casi, in qualche modo annunciata. Il gestore del bar sulla strada aveva scritto al Campidoglio nel 2014 ma l’intervento di potatura annunciato per il 2015 non era stato poi effettuato. Sembra che il carrubo presentasse «una grossa carie, con un ramo completamente cavo» mentre le radici davano segni di cedimento.

Staremo a vedere se dopo l’interessamento del più importante quotidiano nazionale il Campidoglio finalmente si muoverà, rimuovendo con grande e colpevole ritardo, quel legname che ferisce l’immagine della città e penalizza il quotidiano dei suoi abitanti.

Vincenzo Fratta

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