DECIMO MUNICIPIO

Ostia resta a casa,
vince M5S

 

Vince il partito dell’astensionismo, con il 66% di preferenze. Anzi, no. Due cittadini del Municipio X su tre hanno scelto di non preferire, ma di disertare le urne. Morale: a votare un terzo degli aventi diritto, che hanno scelto per loro e per tutti gli altri che ai seggi hanno preferito la Serie A, la Tv, il bel tempo, una passeggiata al mare o semplicemente l’ozio in poltrona.

Decine, centinaia i militari presenti alle varie sezioni, ufficialmente per controllare, ufficiosamente per fare da deterrente ad eventuali pasticci elettorali, temuti dopo i «fatti di cronaca» degli ultimi giorni. Ma perché, cosa è successo veramente? Si chiedono alcuni militari che presidiano le urne. Nemmeno loro lo sanno. Andiamo bene.

Quella che è stata definita la «testata mafiosa» (non si parla di organi di stampa, ma di spazientita resa dei conti), ha innescato una rincorsa al corteo più partecipato. Gli schieramenti in campo per il ballottaggio del 19 novembre, al secolo centrodestra e M5S, hanno mollato santini e volantini, manifesti e propaganda elettorale, e impugnato l’arma del dissenso. Fioccano le manifestazioni contro la violenza, contro la mafia, contro le testate, contro le risse in strada e i rimproveri ai bambini. Ad Ostia guai a litigare per un parcheggio: arriva il commissario prefettizio a dirimere la questione. Vietato dissentire con le istituzioni, che hanno sempre ragione, i giornalisti sono merce rara, e qualcuno tenta addirittura di estinguerli.

Alla fine prevale Giuliana Di Pillo su Monica Picca, vincono i pentastellati e confermano la loro forza sul litorale, già evidenziata un anno e mezzo fa con l’elezione di Paolo Ferrara al consiglio capitolino e con una percentuale bulgara di voti che hanno spinto Virginia Raggi alla vittoria per la poltrona di sindaco.

Ora però basta lacrime e sangue, ora occorre governare. Lo faranno i Cinquestelle e l’opposizione controllerà. Una opposizione mai tanto variegata, con tutti in campo, dall’estrema sinistra all’estrema destra. Col sospetto di qualcuno che ha strizzato l’occhio alla nuova maggioranza, magari quando insieme hanno sfilato per le strade del litorale, prima della chiusura della campagna elettorale.

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