PONTE MARCONI

La spiaggia ci salverà
dal degrado urbano?

 

Il 29 giugno doveva essere inaugurata una spiaggia sulla riva sinistra del Tevere, in un’area di 10mila mq vicina a Ponte Marconi. Come succede quasi sempre con l’amministrazione pentastellata, il progetto ha subito dei ritardi e non si conosce ancora la nuova data di apertura.

Le opere di bonifica dell’area sono comunque state effettuate da tempo e dal 23 luglio alcuni camion stanno trasportando la sabbia che deve ricoprire il terreno.

Il Sindaco Virginia Raggi aveva annunciato la realizzazione dell’opera a dicembre scorso, pensando di creare qualcosa che ricordasse le rive della Senna parigine e «restituisse decoro e vivibilità alle aree fluviali, contro i rifiuti e gli insediamenti abusivi, in modo da poter ripristinare un rapporto tra i romani e il fiume Tevere che ormai da tempo non esiste più».

Belle parole e nobilissima intenzione. Peccato che la città stia sprofondando in un inarrestabile degrado urbano.

I romani hanno avuto la pazienza di sopportare persino i deliri sulla funivia a Roma, non ad Ovindoli o Roccaraso, ma proprio qui a Roma. In verità, a quest’opera, nessuno ci ha mai veramente creduto, forse nemmeno gli stessi membri della giunta comunale nonostante l’avessero sbandierata ai quattro venti.

Irresponsabilmente, non si stanno affrontando temi di fondo per il recupero del decoro cittadino: raccolta dei rifiuti, crisi del trasporto pubblico, abusivismo commerciale dilagante e imprese che scappano dalla Capitale lasciando il tragico fardello di centinaia e centinaia di disoccupati. Per non parlare delle buche nelle strade e dello stato di abbandono di parchi e giardini pubblici.

La scusa, puerile, della Raggi, è che i problemi vengono da lontano, ma di certo non è riuscita a trovare una soluzione che sia una per nessuno di questi. Di conseguenza, tale atteggiamento lassista, rischia di danneggiare, irrimediabilmente, il tessuto sociale e produttivo della città e ciò è impensabile per una Capitale come la nostra. Insomma, la misura è veramente colma, ed i romani non ce la fanno più, perciò aspettano con ansia che la sindaca si decida a cambiare lavoro, dedicandosi ad altro e per il bene della sua città.

Fabio Verelli

Lascia un commento