FONTANA DI TREVI

Il Campidoglio
e le monetine contese

 

Chissà cosa penserà il «commendator Trevi» della questione monetine. Lo stesso Totò starà sorridendo, o ghignando divertito, pensando che la realtà a volte supera la fantasia.

È quello che sta avvenendo proprio a Roma con la querelle sulla Fontana di Trevi, cui il Campidoglio, targato Cinquestelle, ha pensato bene di cambiare destinazione delle monetine lanciate ogni giorno dai turisti: verranno tolte alla Caritas e gestite direttamente in Comune, per dedicarle al restauro dei monumenti e in parte a servizi sociali, e fatte raccogliere da Acea.

Non si parla di quattro spicci. È un autentico tesoro da 1,5 milioni di euro solo lo scorso 2018, da mandare a bando togliendolo a progetti destinati ai bisognosi e organizzati dall’organo pastorale della Cei.

Bella idea, come un fulmine a ciel sereno, che ha scatenato un caos indescrivibile non solo a livello social, ma soprattutto mediaticamente, su giornali, radio e televisioni.

L’atto di Giunta della Capitale datato 28 dicembre, comunque, pare destinato a cadere a causa di un possibile e inevitabile dietrofront della sindaca Virginia Raggi, fatta oggetto di anatemi più o meno sacri.

Proprio in queste ore il primo cittadino pentastellato incontrerà gli assessori Laura Baldassarre e Luca Bergamo per studiare una strada che le consenta di uscire dall’empasse diplomatica in cui si è andata a cacciare, tentando così di preservare anche i rapporti con l’ente religioso. Intanto i soldi del commendator Trevi attendono destinazione.

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