PIANETA STAZIONI

Gli invisibili abitanti
dei cunicoli della città

 

Nel cuore di Roma, alla stazione Termini c’è una città nascosta abitata da gente senza nome e senza storia che vive nel degrado e nel degrado si nasconde. I cunicoli, i sotterranei costituiscono le loro case, i loro fortini.

Sono i cosiddetti «invisibili», la sporcizia ed il cattivo odore segnalano la loro presenza, ed i passanti girano alla larga. Eppure siamo nel centro di una grande capitale, a due passi dagli hotel di lusso, vicini alla vita frenetica di una metropoli.

Termini è un posto che può mettere paura, sembra una sorta di inferno dove non ci sono regole, anche i volontari ci vengono con diffidenza, qui ci sono coloro che hanno scelto di stare nell’ombra, ma che dall’ombra posso anche uscire all’improvviso minacciosi.

Qui è la patria dei senzatetto, accampati sui cartoni ci sono clochard di tutte le nazionalità, accartocciati in ogni angolo utile a dare riparo. Prima c’era solo chi, per scelta, decideva di vivere in mezzo alla strada, ora è invece l’ultima soluzione, si fa per necessità, c’è chi ha perso il lavoro, chi è rimasto fuori casa per i debiti.

La disperazione trova qui la sua casa. E la stazione è un padrone di casa generoso, non ti chiede l’affitto, non ti sfratta mai.

Queste scene non si vedono nelle principali città europee, è Roma che ha la prerogativa del tour all’inferno. A volte sembra davvero un immondezzaio, non è difficile scorgere qualcuno che fa i suoi bisogni in un angolo, un degrado ormai senza fine.

Nel corso dei miei recenti servizi effettuati a stretto contatto con gli agenti della Polizia Ferroviaria, per la trasmissione radio «Doppia Vela 21», ho cercato di raccontare la vita della stazione Termini, di questa enorme città nella città che ospita quasi 500mila viaggiatori ogni giorno, con la cronaca protagonista, ma anche con racconti di vite vissute, spaccati di vite reali, di vite dure, cercando sempre di mettere in risalto la figura di persona, di essere umano avente diritto a dignità. Diritto che non dovrebbe essere negato a nessuno e conferito soprattutto a quelle persone che vivono queste vite sofferte e disgraziate, perché ci può essere bellezza anche nello sguardo di uno sconfitto.

In via Giolitti ed in via Marsala la sera i barboni preparano i loro giacigli per trascorrere la notte e tirano fuori le coperte. Guai se ti rubano una coperta qui muori di freddo, accanto a loro l’immancabile cartone di vino scadente, acquistato in qualche scadente discount, attraverso il quale, ottenebrando le loro menti, tentano di sfuggire alle loro vite malinconiche. Sopravvivere alla notte è la priorità, poi «domani è un altro giorno» e si vedrà…

Siamo a Roma, in centro, a pochi passi dagli hotel di lusso, a pochi metri dallo scalo più grande d’Europa, siamo alla stazione Termini, ci sono clochard stesi a terra su dei cartoni, alzano gli occhi al cielo… ma per loro sarà l’ennesima notte senza stelle.

Marco Biccheri

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