LA CAPITALE SENZA GOVERNO

Dalla rinuncia ai grandi eventi
alle altre mancate scelte

 

La vicenda, pur imbarazzante, delle buche sulle strade di Roma, rappresenta solo la punta dell’iceberg del malgoverno dell’attuale giunta capitolina.

La mancata occasione delle Olimpiadi (invece a Torino vanno bene) che, se ben organizzate e adeguatamente vigilate nella concessione degli appalti, avrebbe permesso il recupero, importante per la città, dello Stadio Flaminio e delle piscine di Tor Vergata (Vele di Calatrava), creando posti di lavoro e sviluppo. Ed è puerile affermare che è meglio non organizzare grandi eventi sportivi, così si scongiurano i rischi di infiltrazioni malavitose. Come dire, non facciamo aprire le banche e gli uffici postali perché ci sono le rapine.

Anche il lungo temporeggiare sul nuovo Stadio della A.S. Roma che, pure in questo caso, vedrebbe la valorizzazione di una ampia zona degradata come quella dell’ex Ippodromo di Tor di Valle alla Magliana e nuove prospettive occupazionali, rappresentano una approssimazione sconcertante su come si sta gestendo il territorio romano da parte dei «Ragazzi della Via Pal» al governo del Campidoglio.

Inoltre, potremmo citare l’abusivismo commerciale dilagante, il patrimonio di verde pubblico in stato di semi abbandono, l’immagine stessa della Città Eterna sempre più negativa agli occhi dei turisti, dei cittadini e dei media, anche stranieri.
Roma non può meritare tutto questo; Roma deve rinascere con una efficace strategia politica in grado di restituire decoro a tutta la città e rilancio produttivo alle imprese che da anni qui operano. Per fare questo, però, bisogna voltare pagina nella sua gestione, politica ed amministrativa, prima possibile o, comunque, prima che sia troppo tardi.

Fabio Verelli

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