TRASPORTO PUBBLICO CAPITOLINO

Con il Ta&go di Atac
una corsa in Metro costa 7euro

 

Sensibile agli appelli all’incentivazione della moneta elettronica al posto del denaro contante l’Azienda del trasporto pubblico capitolino, ha pensato di fare bella figura predisponendo un sistema di pagamento per accedere in metropolitana con carta di credito contactless abilitata agli acquisti online.

La nuova modalità di pagamento, denominata «Ta&go» è stata presentata con enfasi dal sindaco Virginia Raggi, ma alle prime verifiche si è rivelata l’ennesima brutta figura per l’Atac e per la giunta capitolina dal quale dipende.

Diversi utenti, in luogo dei 1,5 euro del costo del biglietto orario, si sono visti addebitare sul propria carte di credito ben 7 euro. Ne ha parlato diffusamente il quotidiano «La Repubblica» che ha intervistato diversi utenti decisamente contrariati.

«Sabato scorso – ha raccontato ad esempio Susanne Meurer – ho voluto provare il nuovo servizio Atac e ho pagato con il bancomat. Dopo averlo appoggiato sul lettore contactless il tornello si è aperto. E fin qui tutto bene. Ma una volta giunta a casa controllando l’estratto conto, ho scoperto di aver pagato 7 euro il viaggio dalla stazione Spagna fino a Vittorio Emanuele. Mi è sembrato eccessivo così ho provato a mettermi in contatto con la municipalizzata telefonicamente per chiedere chiarimenti ma dopo 20 minuti di attesa ho desistito».

Stesso inconveniente è successo a Luigi, 56 anni, al tornello di Eur Fermi: «Trovo il sistema molto pratico, ma ho sperimentato la sorpresa del prelievo, salvo poi ottenere lo storno». E a Virginia, omonima del sindaco, studentessa di 27 anni: «Anche a me è successa la stessa cosa. Normalmente uso l’abbonamento metro ma ho voluto provare anch’io Tap&go».

L’azienda dei Trasporti ha farfugliato una spiegazione sostenendo che l’addebito è una sorta di «pre-autorizzazione eseguita dal circuito bancario e del tutto indipendente da Atac», sottintendendo che la somma indebitamente trattenuta venga automaticamente restituita.

Staremo a vedere, ma riteniamo che del (mal)funzionamento di «Tap&go» se ne riparlerà ancora.

Marco Scauro

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