I DESIDERATA DELLA LEOPOLDA

Piccoli Andreotti
crescono, forse

Della grandeur del leader di Italia Viva Matteo Renzi, si sapeva da un pezzo. Ma forse stavolta ha passato il segno! Sembra in preda a smanie irrefrenabili che lo portano, anche oltre il normale, «normale» al quale ci ha abituati, a smorfie e stridenti sibilii di lingua. Deve esser agitatissimo in questo periodo. D’altronde ha tenuto il discorso di chiusura della decima edizione della Leopolda caricato dalle sue clack.

Per scaldare la platea prima delle conclusioni di Renzi, invece della Boschi, è stata scelta Teresa Bellanova. Nell’intervento il ministro delle Politiche agricole ha accusato il Pd di essere «diviso in bande armate»

Certo non gli manca il piglio. Ha esordito a testa bassa, come un toro alla vista del panno rosso, attaccando Salvini. «Goditi il Papeete che a governare pensiamo noi». E poi «Di fronte al diktat di Salvini dal Papeete potevamo assecondare il suo disegno perverso per mettere le mani sul Quirinale e accettare qualche spruzzatina di novità da qualcuno su liste elettorali. Ma il Paese sarebbe finito nelle mani dei sovranisti e saremmo usciti dall’euro. L’alternativa a questo era fare politica, mentre loro chiamano coerenza quel che noi chiamiamo masochismo. Sì, ho cambiato idea per salvare l’Italia da Salvini e dal salvinismo e lo rivendico».

Poi l’allungo della mano tesa e di tutto il braccio, se non del corpo, a Forza Italia, alla quale da un pezzo sta strizzando l’occhio. Ma non al partito, bensì ai singoli, come a tentar di smembrare, spolpare un cadavere: «A San Giovanni ieri è finito un modello culturale di centrodestra, che io non ho mai votato, e Berlusconi non ha mai votato la fiducia a me, ma ha rappresentato per 25 anni un modello che aveva distorsioni, ma ha cercato di rappresentare l’area liberale del Paese. Ieri Salvini ha preso le redini, capisco il disagio di dirigenti e militanti di Forza Italia. A chi crede che c’è spazio per un’area liberale e democratica dico venga a darci una mano. Italia Viva è aperta» e ha aggiunto: «Restiamo amici con quelli rimasti nel Pd, loro se vogliono venire avranno sempre porte aperte, noi intanto partiamo».

Insomma un abbraccio a braccia tese, braccia lunghe e inaspettatamente agili ed abili, come quelle di una sirena che richiama col canto i naviganti disorientati di Forza Italia, ma occhio! Le sirene portano ad affogare nelle profondità marine.

Lino Rialti

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