BATOSTA PER LA COALIZIONE DI GOVERNO

L’Umbria
si sveglia Blu

 

Una vera disfatta di Barletta. Come nel 1503 che vide la vittoria degli italiani sui francesi, così il 2019 vede la vittoria netta del centro-destra in Umbria. Una sconfitta netta quella subita dalla coalizione rosso-gialla. L’Umbria vira al colore blu della nuova presidente Donatella Tesei che con il 57,4%, prende la Regione Umbria sbaragliando il centro-sinistra che con Vincenzo Bianconi, fermo 37,5, soggiace.

Ma la vittoria è soprattutto personale per Matteo Salvini che ha portato le preferenze della sua Lega al 37%. Molto indietro Forza Italia con un risicato 5%, meglio Fratelli d’Italia che supera il 10%. Ma la Caporetto è del Movimento Cinque Stelle che sprofonda sotto l’8%, dimezzando di fatto le preferenze prese in Umbria alle Europee.

«Gli umbri hanno dimostrato che gli italiani hanno voglia di votare» dichiara alle tv che lo assediano, Matteo Salvini, in una calda serata autunnale, a Perugia. «La vittoria della Lega è evidente e clamorosa» prosegue Salvini, che aggiunge «festeggio anche una grande affluenza perché di solito commentiamo sempre un calo». L’affluenza è stata altissima, al 64,4%, 9 punti in più del 2015.

Sul lato dei perdenti, il candidato del centro sinistra Vincenzo Bianconi ha telefonato alla senatrice Donatella Tesei «per congratularsi» per la vittoria alle elezioni regionali in Umbria. E Nicola Zingaretti, segretario Pd, ammettendo la debacle, afferma: «la sconfitta alla Regione Umbria dell’alleanza intorno a Vincenzo Bianconi è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni umbri che non si è riusciti a ribaltare. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all’alleanza».

Di Maio, vistosi relegato in un angolo, si lecca le ferite e fa commentare dal suo ufficio stampa che «dalla formazione del primo esecutivo ci è stato subito chiaro che stare al Governo con un’altra forza politica, che sia la Lega o che sia il Pd, sacrifica il consenso del Movimento Cinque Stelle. Ma noi non siamo nati per inseguire il consenso, bensì per portare a casa i risultati, come il carcere per gli evasori di questa settimana e il taglio dei parlamentari della settimana precedente».

Inizia così il pressing su Conte e su tutto il Governo rosso-giallo. Questa sconfitta rischia di porre di fatto una pietra tombale sulla l’alleanza M5S-Pd. Il governo, infatti, già traballa, anche se viene ancora mostrato come solido, infatti viene venduto sulle piazze come «non è in discussione».

Questo viene ribadito, con sospetta simultaneità, sia dai Dem sia dal Movimento. Prova ne sono i preparativi per le Regionali che si terranno nel 2020 sia in Emilia Romagna che in Calabria, dove pare che Di Maio voglia tornare all’originario «si corre da soli».

Lo si intuisce facilmente dalle dichiarazioni rilasciate su Facebook dal M5S «il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti”. Ma poi chiosa che al «governo si rispetteranno gli impegni».

Giorgia Meloni, intanto, torna a chiedere delle primarie interne per la leadership del centrodestra. Ma Salvini la stoppa. Primarie? «La Lega è al 40%, mi sembra che gli italiani hanno già deciso».

Lino Rialti

La dimensione della sconfitta della coalizione rosso-verde come appare dal confronto con i risultati delle precedenti consultazioni (fonte Corriere della Sera). Nella foto di copertina il neo governatore dell’Umbria Donatella Tesei con i tre leader del Centrodestra

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