SHANGAI

Sfila per 13 ore e muore
modella russa 14enne

 

«Mia madre voleva che diventassi una modella e a dodici anni mi ha iscritta a un corso specializzato. Il corso era meraviglioso, erano tutti gentili. Ora mi trovo a Shanghai e voglio andare avanti, sfilare per marchi sempre più importanti, aprire spettacoli famosi». Si era raccontata così, dieci giorni fa, al sito online 59.ru di Perm’, Vlada Dzyuba, modella vittima della sua stessa passione, la moda.

«Mia figlia voleva davvero fare la modella, era il suo sogno. Amava l’idea di poter sfilare a Shangai», il ricordo di sua madre. Ancora incerta la causa del decesso, che secondo alcuni è stata cagionata da una infezione del sangue, secondo altri attribuibile ad una meningite.

Era andata a Shangai per sfilare con il marchio di abbigliamento giovanile Paul Frank. La stessa sera aveva posato per una serie di scatti per un catalogo di gioielli e si era sentita male. I quotidiani locali russi scrivono che è andata da sola in ospedale e dopo due giorni in rianimazione è morta. Secondo il Siberian Times, la modella sarebbe crollata prima di una sfilata alla sua tredicesima ora di lavoro, con la febbre alta, probabilmente per una meningite cronica cui si era aggiunto un esaurimento fisico.

«Quello che è successo è terribile e doloroso, ma cercare un colpevole adesso non ha più nessun senso», dichiara la mamma, che dirige la rivista per spose Svadbamag. Ma sottolinea che sua figlia era «forte e sana, non si era mai ammalata, era zelante e allegra, sarebbe dovuta tornare presto a casa». Sembrerebbe inoltre che la Dzyuba non avesse un’assicurazione sanitaria, nonostante avesse firmato un contratto trimestrale con l’agenzia cinese Esee, e che l’adolescente avrebbe potuto lavorare soltanto tre ore alla settimana e non sottoporsi alla maratona che l’ha sfiancata. «Nessuno si aspettava che potesse peggiorare così in fretta. E comunque Vlada non era affamata, aveva un ottimo fisico, era alta un metro e ottanta e non aveva bisogno di fare diete», ha spiegato al sito Urali.ru Elvira Zajtseva, direttrice dell’agenzia «Great Model» dove Vlada aveva cominciato a lavorare due anni fa.

Una vicenda che riporta tragicamente alla attenzione le mille e più difficoltà di un mondo dove tra sfarzo e corsa alla ricerca di un corpo perfetto, si nascondono storie di disagio ed estrema fragilità. Un mondo che ha consegnato storie di disturbi alimentari, depressione o addirittura come nel caso specifico, di aver sfruttato sino allo sfinimento un giovanissima modella. Un mondo dove purtroppo anche il supporto genitoriale è assolutamente fondamentale, ma che sempre più spesso vede proprio gli stessi genitori, andare oltre il limite, pur di realizzare un sogno, forse proprio e non altrui…

Gaetano Di Terlizzi

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