UCRAINA

Secondo scambio di prigionieri
con la Russia

 

Prove di disgelo tra Russia ed Ucraina, da circa cinque anni ai ferri corti per la vicenda legata all’indipendenza della Crimea. Le autorità di Kiev ed i rappresentanti dei separatisti filo-russi del Donbass hanno infatti deciso di procedere allo scambio di alcune decine di prigionieri.

Lo scambio è avvenuto all’altezza del checkpoint di Mayorske, ad una decina di chilometri dall’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, l’operazione avrebbe riguardato circa 200 prigionieri di guerra.

Già a settembre Kiev e Mosca avevano proceduto allo scambio di circa settanta prigionieri, tra cui il regista ucraino Oleg Sentsov e ventiquattro marinai ucraini catturati al largo della Crimea, nel novembre 2018, nonché una cosiddetta «persona di interesse» ritenuta in qualche modo coinvolta nell’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines il 17 luglio 2014, in cui morirono 298 civili.

Questo nuovo scambio però ha suscitato diverse polemiche in Ucraina dal momento che questo includeva anche numerosi agenti della polizia antisommossa Berkut coinvolti nella violenta repressione delle manifestazioni del 2014 a Kiev, in cui furono uccise oltre cento persone.

In una lettera aperta al presidente Zelensky, le famiglie delle vittime di quei giorni hanno ammonito che la liberazione di quegli agenti solleverà «un’ondata di proteste».

Secondo l’agenzia legata ai ribelli Luhansk Information Centre, citata da Bbc News online, inoltre, nove persone hanno deciso di rimanere in Ucraina dopo aver rifiutato di far parte dello scambio.

La liberazione degli ostaggi era stata negoziata nelle scorse settimane a Parigi nell’ambito del cosiddetto Formato Normandia, che comprende il presidente russo Vladimir Putin, quello ucraino Zelensky, il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Obiettivo a lungo termine di questi incontri il ritiro delle armi pesanti, il ritorno del controllo di Kiev sulle frontiere ucraine, una maggiore autonomia per Donetsk e Lugansk e lo svolgimento di elezioni locali.

Fabrizio Di Ernesto

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