UCRAINA

L’epidemia mostra la vergogna
della maternità surrogata

La Biotexcom, un’agenzia per la maternità surrogata attiva in Ucraina ha pubblicato su youtube un filmato che per rassicurare le coppie committenti sullo stato di salute dei piccoli.

Quello che vediamo è in italiano ma il medesimo video è replicato nelle lingue dei paesi di provenienza degli aspiranti genitori.

A causa delle restrizioni imposte dall’epidemia di Covid-19 i committenti non possono andare a ritirare figli delle gestanti a pagamento e così la Biotexcom ha improvvisato un nido in una sala dell’Hotel Venezia di Kiev.

Nelle immagini si vedono 46 tra bambini e bambine, senza una madre che si occupi di loro e che li faccia sentire sicuri e protetti. Restano così in attesa, accuditi da baby sitter che lavorano per l’agenzia di maternità surrogata.

Il caso è stato riportato dal Corriere della Sera che ha pubblicato per primo il video della Biotexcom. Nella prima parte vengono illustrate le modalità con le quali sono accuditi i piccoli, mentre nella seconda compare un legale della clinica che consiglia ai genitori committenti di rivolgersi ai ministeri degli Esteri dei rispettivi Paesi per chiedere il permesso di recarsi, nonostante le misure di confinamento, a prendere i bambini che hanno ordinato. Proprio come se si trattasse di una merce.

La maternità surrogata tratta
i bambini come merce da ritirare

Le associazioni che si battono contro l’utero in affitto hanno scritto all’ambasciatore italiano in Ucraina e al ministero degli Esteri italiano per chiedere di verificare quale sia l’effettivo stato di salute dei neonati, auspicando che nessun permesso speciale in deroga al lockdown venga dato alle coppie che hanno scelto una pratica illegale in Italia.

«Ma il caso di Biotexcom – avverte il Corriere – è solo la punta dell’iceberg. In Ucraina sono decine le agenzie di maternità surrogata che in questo momento sono in difficoltà sia perché il business è fermo a causa della pandemia, sia perché si ritrovano con tanti bambini e bambine sospesi in un limbo, anche giuridico.

Si parla di circa 500 neonati. Chi se ne prenderà cura? Qual è il loro status attuale? Sono cittadini ucraini? Sono apolidi? Domande ancora senza risposta e che sicuramente porteranno altre associazioni nel mondo a chiedere ai rispettivi ambasciatori risposte immediate».

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