ISOLE MALVINAS-FALKLAND

Si riaccende la contesa
tra Londra e Buenos Aires

Malvinas-Falkland si riaccende la disputa tra Argentina e RU

 

Si ridesta la polemica tra Inghilterra e Argentina in merito alle isole Malvinas, Falkland secondo i britannici.

L'affondamento dell'incrociatore leggero Generale Belgrano
L’incrociatore leggero Generale Belgrano con 1.093 uomini a bordo affondato da un sottomarino nucleare inglese il 2 maggio 1982. Morirono 323 marinai.

A rilanciare lo scontro dialettico il premier inglese Boris Johnson che è tornato a sottolineare la sovranità della regina Elisabetta II, rilanciata da un referendum popolare del 2013, sull’arcipelago dove ormai la quasi totalità della popolazione è di origine britannica.

Nello specifico il primo ministro inglese ha ricordato che il prossimo anno cadrà il 40simo anniversario della guerra del 1982 scatenata dalla giunta militare che all’epoca governava il paese indiolatino.

La guerra durò 74 giorni e vide la vittoria delle forze armate inglesi e la morte di 649 militari argentini e 255 britannici.

Nel suo discorso Johnson ha assicurato che «una cosa che rimane assolutamente invariata è l’impegno del Regno Unito nei confronti delle Isole Falkland e del suo popolo. E posso promettervi che questo non cambierà». Sottolineando gli sforzi del suo gabinetto affinché la comunità internazionale riconosca la sovranità britannica sulle isole, e ha ricordato che «anche la Federation Table Tennis International ha riconosciuto, di fronte alle rumorose proteste di alcuni ambienti, la sovranità inviolabile dei giocatori di tennistavolo delle Falkland».

Le parole pronunciate a Londra sono subito rimbalzate a Buenos Aires con Guillermo Carmona, segretario del Ministero degli Esteri argentino per le Malvine, l’Antartide e l’Atlantico del Sud, che ha replicato: «appellarsi ad argomenti militari è cosa sgradevole proprio quando sta per essere celebrato il 40simo anniversario della guerra» aggiungendo «quando mancano le ragioni, compare la retorica militarista: vantarsi di una vittoria militare che il diritto internazionale non riconosce come titolo di sovranità non fa altro che riaprire le ferite della guerra e ignorare 38 anni di democrazia argentina».

Sempre l’esponente del governo Fernandez ha poi sottolineato che «la persistenza delle pretese argentine è sostenuta dalla convinzione che il recupero dell’esercizio della sovranità avverrà finalmente facendo appello alle ragioni forniteci dal diritto internazionale e dall’esercizio della diplomazia».

Fabrizio Di Ernesto

 

 

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