UCRAINA

La Chiesa Ortodossa Ucraina
è ora indipendente

 

La Chiesa Ortodossa Ucraina completa in questi giorni il suo processo di indipendenza, staccandosi definitivamente dal Patriarcato di Mosca. Un avvenimento che unisce alla grande portata religiosa un indubbio significato politico.

Il 5 gennaio il metropolita di Kiev e di tutta l’Ucraina Epifanio si è recato a Istambul (che nei testi della Chiesa Ortodossa conserva la denominazione antica di Costantinopoli) per partecipare alla «Sacra funzione di proclamazione» e firmare con il Patriarca ecumenico Bartolomeo, nella sala del Trono, il «Tomos» dell’«Autocefalia della Santissima Chiesa di Ucraina». Durante la solenne funzione di domenica il Patriarca ha consegnato ufficialmente la pergamena di conferimento dell’Autocefalia a Epifanio. I due primati hanno concelebrato le funzioni e i riti solenni che si sono svolti nelle due giornate e hanno pronunciato le allocuzioni finali alla presenza del Presidente ucraino Petro Poroshenko.

In Ucraina, oltre alla minoritaria Chiesa cattolica di rito greco, erano presenti fino ad ora tre distinte Chiese: la Chiesa Ortodossa Ucraina, Patriarcato di Kiev, la Chiesa Ortodossa, Patriarcato di Mosca, e la Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala.

Il 15 dicembre si era tenuto nella Cattedrale di Santa Sofia di Kiev il Concilio di Unificazione della Chiesa Ortodossa Ucraina, al quale hanno partecipato circa 200 tra vescovi, preti e altri ufficiali ecclesiastici, eleggendo come come primate il trentanovenne Epifanio. Il Concilio – spiega uno dei maggiori esperti di Ostia e cultura Ucraina Massimo di Pasquale, nell’articolo che raccomandiamo a tutti coloro che vorranno approfondire l’argomento – costituisce l’atto finale di un processo, iniziato nel 1991 con la proclamazione di indipendenza dell’Ucraina, che ha subito una significativa accelerazione lo scorso ottobre quando il Patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo ha autorizzato la creazione di una Chiesa ucraina autocefala, provocando l’irritazione del Patriarcato di Mosca».

Per Mosca l’evento è paragonato alla spaccatura del 1054 tra le Chiese cristiane di Oriente e di Occidente. Mentre per Kiev si tratta di un ritorno alle origini. Soltanto dopo che con il trattato di trattato di Pereiaslav l’Ucraina era divenuta, suo malgrado, una provincia dell’Impero zarista, era seguita nel 1686 la subordinazione della Chiesa Ortodossa Ucraina e Patriarcaro di Mosca. Fino a quella data, la Chiesa madre di Kiev era Costantinopoli, come torna ad essere da oggi.

Lo stretto rapporto che la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca ha mantenuto con i governanti dell’ex Urss e mantiene ora con Putin, ha fatto sì che in tutti i momenti topici in cui la Repubblica Ucraina si è trovata a vivere dopo l’indipendenza del 1991, ossia la Rivoluzione Arancione del 2004, la rivolta di Maidan nel 2013-2014 fino alla guerra nel el Donbas da parte delle milizie filorusse, essa abbia appoggiato incondizionatamente le forze politiche pro-russe.

«L’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa nel marzo 2014 e la guerra di Putin in Ucraina con il clero del Patriarcato di Mosca che benedice i nazionalisti russi che vanno a combattere in Donbas e alcuni sacerdoti della Chiesa Ortodossa Ucraina del Patriarcato di Mosca che si rifiutano di celebrare i funerali di soldati ucraini morti in guerra, segnano – evidenzia Di Michele – un punto di non ritorno per il mondo ortodosso ucraino».

Vincenzo Fratta

 

Nella foto di copertina: il Patriarca ecumenico Bartolomeo, con dietro il simbolo della Chiesa Ortodossa e la bandiera ucraina. In alto a sinistra: la firma del Tomos dell’autonomia della Chiesa Ortodossa Ucraina. A destra: Bartolomeo a colloquio con il capo della Chiesa Ortodossa Ucraina Epifanio e il presidente della Repubblica Petro Poroshenko. Sopra: Epifanio durante la sacra funzione di domenica.

Lascia un commento