di Massimiliano Burri
È passato circa un mese dall’inizio dell’offensiva Ucraina nelle zone conquistate dai Russi, ma, in effetti non c’è stata una vera e propria battaglia di riconquista. Ad oggi i successi delle Forze Armate Ucraine possono essere valutati soltanto a livello locale.
Senza dubbio le principali linee di difese dell’Esercito di Mosca sono state sfaldate dalla potenza bellica dell’armata Ucraina, tuttavia gli obbiettivi prefissati non sono stati ancora raggiunti.
L’Ucraina resta priva di una vera aviazione
Rifornita di mezzi occidentali di prima scelta a partire dai carri armati, dai trasporto truppe ma soprattutto da sistemi elettronici di controllo del territorio, estremamente sofisticati, l’Ucraina manca, ancora, di una vera e propria aviazione da guerra e questo ha influito moltissimo sul mancato raggiungimento degli obbiettivi prefissati.
Nella dottrina occidentale è ormai radicato un «modus operandi» già collaudato nella Prima e Seconda guerra del Golfo, nel Kosovo e in Afghanistan. Venti/trenta giorni di attacchi aerei volti ad indebolire le difese avversarie e spezzare il morale dei combattenti, poi l’attacco in massa di corazzati, supportati dall’artiglieria, in ultimo l’intervento della Fanteria per sfaldare le ultime resistenze.
In realtà questa tattica fu adottata dai tedeschi nella Seconda guerra mondiale (la famosa Blitzkrieg) quindi «nulla di nuovo sul fronte occidentale», ma ad oggi è ancora l’unico sistema valido per scardinare le difese avversarie, nell’ambito di una guerra convenzionale. E come un flashback (la storia si ripete) i Russi, per tentare di arginare un simile attacco, hanno rimesso in campo la vecchia edizione della difesa in profondità.
La richiesta dei caccia F16
Si tratta di una miriade di trincee scavate nella prima linea e clonate nella seconda linea e nella terza linea. In pratica la stessa situazione di 70 anni fa quando l’esercito dell’Unione Sovietica fu costretto a trincerarsi per tentare di fermare il dilagare dell’Esercito Tedesco.
È ovvio che gli Ucraini, mancando di una vera e propria aereonautica, stanno incontrando delle difficoltà e dei rallentamenti, dovendo ripulire con le truppe sul campo tutte le miriadi di capisaldi attestati sulla linea del fronte, senza il supporto dal cielo.
L’offensiva ucraina è quindi molto più lenta, combattuta sulla parafrasi del «corpo a corpo» e dei piccoli scontri a livello locale. Tuttavia il «ritiro» della brigata Wagner (decimata nella battaglia di Bakmhut) potrà giocare a favore di Kiev.
Aldilà degli aspetti politici, il valore tattico della brigata di mercenari russi, aveva una grande peso sulla bilancia degli equilibri del Fronte, ma il successivo dissanguamento della stessa per combattere gli ucraini, ha fatto si che il suo Capo indiscusso abbia preferito ritirarsi dai combattimenti con quella che possiamo definire una «sceneggiata di regime». Ovvero la tentata marcia su Mosca.
Il punto di svolta della guerra in Ucraina sarà l’eventuale fornitura a Kyiv di areoplani da combattimento occidentali. I tanto richiesti caccia F16 da Zelensky potrebbero, in effetti, contribuire in maniera determinante alla svolta del conflitto russo ucraino.
Di certo sono in molti a chiedersi perché l’Ucraina è stata rifornita dai Paesi occidentali, di carri armati, radar artiglieria, missili, ma di aerei non se ne parla ancora. Mistero…
Massimiliano Burri