STATI UNITI

Il lapsus freudiano
di Kamala Harris

In un discorso ufficiale la vicepresidente Usa Kamala Harris ha affermato di lavorare per la «riduzione della popolazione»

 

La vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris durante un discorso alla Coppin State University di Baltimora mentre ha annunciato un ingente stanziamento per iniziative green ha testualmente affermato: «quando noi investiamo in energia pulita, in auto elettriche e nella riduzione della popolazione, molti dei nostri figli potranno respirare aria pulita e bere acqua pura».

Kamala Devi Harris (classe 1964) è diventata dal 20 gennaio 2021 la 49º vicepresidente degli Stati Uniti d'AmericaNonostante si sia trattato di un lapsus, che ha scambiato «pollution» con «population», prontamente corretto nella trascrizione del discorso, l’affermazione della Harris ha fatto il giro del mondo, riportando alla mente l’associazione neo malthusiana della decrescita della popolazione e la difesa della natura che lo stesso Filippo di Edimburgo (che voleva rinascere virus per attuarla e che è morto durante la pandemia) diffondeva apertamente.

Il movimento eugenetico anglosassone

L’inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834) è stato un economista, filosofo, pastore protestante, demografo e precursore della moderna sociologia anglosassone.Il consorte della regina Elisabetta II criticava gli effetti dell’eradicazione della malaria in Sri Lanka negli anni 40, ossia l’aumento della popolazione, adducendo come soluzione lo strumento del controllo preventivo delle nascite, esortando i regolatori ad assumere misure coercitive verso i cittadini.

Il pensiero veicolato affonda le sue radici nel movimento eugentico anglosassone, progenitore della «scelta riproduttiva e della pianificazione familiare» che puntava a offrire gratuitamente contraccettivi e sistemi abortivi alle donne nelle fasce più basse della popolazione, per poi puntare su leggi ad hoc per le più resistenti a tale politica.

Tale ideologia ha conosciuto solo un momento di disvalore, quando è stata associata al nazionalsocialismo, ma ha ben presto ripreso vigore.

Il collegamento tra eugenetica e aborto

Kamala Harris non fa certo difetto nel sostenere l’aborto anche fino alla nascita e il collegamento tra aborto e eugenetica è espresso persino dall’ultima proposta di legge di iniziativa popolare dei radicali italiani (art. 4, peraltro incostituzionale vista la granitica giurisprudenza sul punto) organica alla «famiglia» liberal.

Non è finita qui, effettivamente l’ansia climatica, o eco ansia, è un fattore patologico sempre più diffuso tra i giovani che impedisce a molti di loro di vedere il futuro con serenità (circa l’85%) e di progettare una famiglia (40%).

L’ansia climatica come fattore incapacitante

Non c’è da stupirsi, i toni apocalittici delle campagne di sensibilizzazione (alcuni attivisti si fanno chiamare «Ultima generazione»), o l’invocazione di procedimenti giudiziali collettivi dal nome evocativo di “Giudizio Universale”, evocano tutte le maggiori paure umane.

Senza entrare nel merito di quanto affermato dall’autorevole Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), che impone scelte tempestive (soprattutto dei governi, sviluppando un sistema pubblico sostenibile di qualità), né sulle incomprensibili politiche nazionali che puntano a fare pesare il cambiamento sulle fasce più deboli (le famigerate Ztl anti povery), sarebbe utile un ripensamento globale riguardo natalità e sostenibilità ambientale.

I giovani possibili attori del cambiamento

Solo i giovani possono essere gli attori di un cambiamento per la capacità inventiva e di progresso insita nelle loro capacità specifiche. Servirebbe un maggiore adattamento a nuovi modelli di vita, nonché la capacità di sviluppare le competenze necessarie per coniugare sviluppo e sostenibilità.

Per esempio sostenendo l’artigianato, a discapito della grande produzione spesso ad obsolescenza programmata. Promuovendo i saperi volti al rinnovamento e non allo scarto, affrontando finalmente l’impatto del settore bellico sul clima.

Detta rivoluzione antropologica non potranno certo farla i vecchi (mentalmente) burocrati di Bruxelles e non perché non è stata inclusa nella legge sulla natura l’equiparazione tra industrie e allevamenti intensivi di bovini, ma perché manca ancora l’attenzione sul vero soggetto della transizione climatica: l’uomo.

È infatti assurdo e illogico ogni impegno ambientale se non è fatto per promuovere la vita umana, e sarebbe anche inefficiente come dimostra l’onere (o meglio, gli oneri) assunto volontariamente dalla popolazione italiana durante la pandemia (proprio per proteggere i più “deboli”), a fronte peraltro di un impegno statale prossimo allo zero (vaccini esclusi).

La trascrizione del discorso di Kamala Harris. Si nota la cancellazione della parola 'population' e l'indicazione della corretta 'pollution'.Ecco quindi che l’impegno per la l’ecosistema, a favore delle nuove generazioni, dovrebbe essere sostenuto da una sensibilità politica assolutamente differente da quella di Kamala Harris, anche in tema di protezione delle nuove generazioni nel loro primo ambiente (l’utero materno).

A proposito della vice presidente Usa, nel sito della casa bianca, significativamente, la trascrizione del discorso, con cui si è aperto questo contributo, riporta la cancellazione della parola population (popolazione) e l’inserimento della parola pollution (inquinamento), prima di riduzione.

Non si può non essere d’accordo, la riduzione dell’inquinamento porterà ad un’aria più pulita.

Eppure, al di là di quanto si voleva effettivamente dire, il fragoroso applauso dell’uditorio dopo aver sentito chiaramente scandire le parole “riduzione della popolazione” (come progetto politico), non può che lasciare sgomenti e far pensare che quest’ideologia alimenta il problema, non lo risolve.

Armando Mantuano

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