AFGHANISTAN

Il presidente Ashraf Ghani
accusa gli Usa

Afghanistan. Allarme di Ghani per l'avanzata dei Talebani

 

A quasi 20 anni dalla guerra contro i Talebani e poche settimane dopo il ritiro dei militari Usa l’Afghanistan continua a vivere senza pace.

Afghanistan. Allarme di Ghani per l'avanzata dei Talebani

Il disimpegno statunitense avvenuto in tempi più rapidi rispetto a quelli concordati ha infatti ridato slancio ai Talebani che sono arrivati a minacciare alcune delle principali città e migliaia di afghani che dovrebbero essere portati negli Usa per salvarli dalle rappresaglie.

Davanti ad una situazione che si fa sempre più precaria il presidente Ashraf Ghani ha denunciato proprio quello che definisce il ritiro «brusco» degli americani, indicandolo come la principale causa del precipitare degli eventi.

I timori di vendette sanguinose si sono fatti più concreti e insistenti nelle ultime ore con la denuncia da parte delle ambasciate degli Usa e della Gran Bretagna di un massacro avvenuto a Spin Boldak, al confine con il Pakistan conquistata dagli insorti il mese scorso.

Stando a quanto riferito diversi civili sarebbero stati uccisi perché legati al governo di Kabul.

Attualmente i Talebani stanno avanzando ad Herat nell’ovest di paese ed ex quartier generale delle truppe italiane nell’ambito della missione Nato, a Lashkar Gah, già teatro dei più sanguinosi scontri tra gli insorti e i soldati della coalizione internazionale negli ultimi 20 anni, e Kandahar, la culla dei Talebani.

Nonostante due decenni di guerra e presenza Usa e Nato i Talebani continuano ad essere ben radicato nel paese tanto che subito dopo l’addio dei militari stranieri le milizie islamiche sono riuscite a riconquistare rapidamente oltre la metà del territorio nazionale dopo il ritiro delle forze internazionali.

«La situazione attuale è dovuta alla brusca decisione di Washington di lasciare l’Afghanistan», ha affermato Ashraf Ghani, assicurando in Parlamento «di avere preparato un piano per arginare l’avanzata talebana nell’arco di sei mesi».

Un portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha definito «assurdità» le affermazioni di Ashraf Ghani, di fronte all’avanzata degli insorti che le forze governative, con l’appoggio dei bombardamenti aerei americani, faticano a contenere.

Si combatte intorno a Lashkar Gah ed Herat

Le forze governative affermano di avere respinto a Lashkar Gah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand, le forze dei Talebani, che erano ormai a ridosso del centro.

A pagare il prezzo più alto i civili, con le case che vengono bombardate e diverse persone rimangono ferite o uccise in modo indiscriminato.

Il governo ha inviato a Lashkar Gah centinaia di soldati delle forze speciali come fatto anche ad Herat, mentre a Kandahar i rifornimenti alle truppe sono ostacolati dai danni provocati alla pista dell’aeroporto in un bombardamento di razzi compiuto domenica.

Washington per il momento rimane alla finestra, pur avendo iniziato ad accelerare le operazioni di trasferimento negli Usa di afghani che potrebbero essere fatti oggetto di rappresaglie dei Talebani.

Il Dipartimento di Stato ha fatto sapere che sta lavorando per garantire l’ingresso in America di migliaia di afghani giudicati in pericolo nel caso di una restaurazione dell’Emirato dei Talebani.

Circa 2.500 che hanno collaborato come interpreti con le truppe americane hanno completato le procedure necessarie e 250 sono già arrivati negli Usa. Ma le richieste sono circa 20mila e il numero potrebbe arrivare fino a 100mila mettendo nel conto i loro familiari.

Fabrizio Di Ernesto

 

 

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