VENTOTENE

L’isola dell’arcipelago pontino
tra storia e folclore

Le bellezze e il folclore dell'Isola di Ventotene

 

L’attuale Ventotene (dove soffia il vento), già Pandoteira (dispensatrice di ogni ricchezza) per i Greci e Pandataria per i Romani è un’isola di origine vulcanica nel mar Tirreno, sita nell’arcipelago pontino tra il Golfo di Gaeta e quello di Napoli.

Il porto di VentoteneSono molte ed evidenti le testimonianze d’età romana: a cominciare dal porto di Ventotene, scavato nel tufo, dove le imbarcazioni ancora utilizzano tre bitte dell’epoca così come le cisterne romane.

Ventotene durante il I sec. a.C. viene designato come luogo di esilio, per la presunta vita dissoluta, di esponenti della famiglia imperiale, fra i quali Giulia, figlia dell’imperatore Augusto.

La donna fu relegata a Ventotene nel 2 a.C. per violazione della Lex Iulia sulla moralizzazione pubblica, emanata da Augusto nel 18 a.C.

L’esilio dorato di Giulia, figlia di Augusto

Gli imponenti resti archeologici di Villa Giulia ci dicono che si trattava di una lussuosa villa — servita da un porto per consentire alle navi di approdare e scaricare i materiali —, con terme, piscine e fontane, che aveva bisogno di una considerevole quantità di acqua dolce per cui fu necessario costruire un acquedotto composto da sei serbatoi.

Due di questi si conservano ancora e sono la cosiddetta «Grotta Iacono» di 700 mq e quella più imponente, «dei Carcerati», di oltre 1.200 mq.

Dopo la caduta dell’impero l’isola venne gradualmente abbandonata e per secoli le uniche presenze furono quelle dei monaci, dapprima benedettini e quindi cistercensi. Verso la metà del Settecento ripresero gli insediamenti, con il dominio borbonico.

Le suggestioni letterarie di Ventotene

L'isola di Ventotene in un veduta aereaL’isola è inoltre piena di suggestioni e reminiscenze letterarie dal canto delle Sirene che cercano di incantare Ulisse e i suoi compagni nel XII canto dell’Odissea, all’isola prigione come fu le Chateau d’If nel Conte di Montecristo, o l’isola del Diavolo nella Guyana francese fino ad Alcatraz, e all’isola di Sant’Elena, prigione di Napoleone sperduta nel bel mezzo dell’oceano Atlantico.

Le sirene vengono avvistate sugli scogli che sono conosciuti come «Sconciglie» a Ventotene e sull’isolotto di Santo Stefano, il più piccolo delle Pontine, sorge l’edificio settecentesco in rovina del penitenziario.

La costruzione del carcere

Fu Ferdinando IV, re di Napoli, a deciderne la costruzione, destinandolo ad ospitare gli ergastolani. L’incarico di progettare il penitenziario fu affidato all’architetto Francesco Carpi, autore, tra l’altro, di alcuni edifici del porto di Ponza.

Il carcere fu ultimato il 26 settembre del 1795 e tra i primi detenuti si dice vi sia stato proprio lo stesso progettista, incarcerato da Ferdinando per divergenze politiche. Il carcere non era destinato solo ai delinquenti comuni, ma ospitò numerosi prigionieri politici.

Già nel 1799 vi furono reclusi alcuni partecipanti ai moti rivoluzionari di Napoli e nel 1900 vi fu imprigionato (e in seguito probabilmente assassinato) Gaetano Bresci, l’anarchico che aveva ucciso re Umberto I. Vi furono reclusi — tra gli altri — Altiero Spinelli e il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini.

Altiero Spinelli, promotore del Movimento Federalista Europeo nel 1943 e come tale considerato uno dei padri dell’Unione europea, proprio durante la sua reclusione sull’isola scrisse assieme ad Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni il Manifesto di Ventotene (1941).

Il carcere di Santo Stefano venne chiuso nel 1965 e da allora le sue vaste strutture sono rimaste inutilizzate.

La Festa di Santa Candida

La processione di Santa Candida, patrona di VentoteneDa non perdere è soprattutto la festa di Santa Candida, che si svolge ogni anno intorno al 20 settembre. Proclamata nel 1774, la patrona dell’isola e i festeggiamenti in suo onore richiamano puntualmente tutti i ventotenesi emigrati e numerosi turisti.

L’immagine lignea, del XVIII secolo, adorna degli ex voto dei fedeli, viene issata su un’imbarcazione piena di fiori e quindi portata a spalla per le vie del paese in processione, col sottofondo dei suoni della banda cittadina.

Su Santa Candida i martirologi si trovano in disaccordo, eccezion fatta per la sua verginità e sulle modalità del suo martirio.

Fanciulla di Cartagine, capitale della Provincia romana d’Africa durante l’Impero di Diocleziano (a cavallo tra il III e IV sec.) noto come Impero tetrarchico, in cui due imperatori Diocleziano e Massimilano erano sullo stesso livello di potere anche se il primo non concordava con il secondo, sulla persecuzione dei cristiani.

Gli editti contro il cristianesimo portarono all’arresto di molti fedeli tra cui Santa Candida. La leggenda narra che torturata e martirizzata a Ponza, il corpo gettato a mare e fu rinvenuto a Cala Pozzillo Ventotene, il 20 settembre.

O pallò delle mongolfiere

O pallò delle mongolfiere a VentoteneLe celebrazioni in onore di Santa Candida comprendono fuochi artificiali e il varo di variopinte mongolfiere che rappresentano sicuramente uno degli aspetti più caratteristici, artistici e folcloristici della festa patronale e di tutta Ventotene.

La tradizione delle mongolfiere «o pallò» è un’antica arte che si tramanda da generazioni nell’isola di Ventotene, di origine napoletana importata intorno alla metà del 1800.

Ogni anno in occasione della festa patronale i giovani dell’isola si cimentano in una serie di lanci di mongolfiere realizzate con carta velina e decorate a mano che si differenziano per forma e colori diventando dei veri e propri capolavori anche se dal destino segnato.

Dopo il lancio, infatti, le mongolfiere alimentate dallo «stuppolo» stracci e carte imbevuti di nafta si spengono e cadono in mare aperto lasciando spesso a bocca aperta le centinaia di spettatori accorsi per l’evento.

Ventotene. Una mongolfiera alimentata dallo «stuppolo» per la Festa di Santa Candida

Nel 2011 la festa patronale di Santa Candida è stata insignita, dal Ministro del Turismo, del riconoscimento speciale di «Patrimonio d’Italia per la tradizione».

Quale manifestazione della tradizione italiana che si è maggiormente distinta per la capacità di mantenere vivo il folclore del proprio territorio, pur rinnovando le rappresentazioni tradizionali, adeguandole al mutamento dei tempi e trasformandole in attrattori turistici in gradi di registrare una più ampia e crescente partecipazione.

Ogni anno il 20 settembre, la suggestiva processione in cui la statua di Santa Candida viene portata in giro a spalla, a seguire la processione a mare, recando la statua nella caletta dove, presumibilmente venne ritrovata la salma.

Maria Facendola

 

 

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