LA TUTELA DEGLI ANIMALI DA AFFEZIONE

90 Veterinari contro l’uccisione
dei maiali di Sairano

90 Veterinari condannano l'uccisione dei maiali di Sairano

 

Tra i circa 10.000 manifestanti presenti ieri a Milano per protestare contro l’uccisione dei 9 maiali del «Santuario Cuori Liberi» a Sairano Zinasco, in Provincia di Pavia, c’erano anche loro, i veterinari che condannano l’accaduto.

La rimozione delle carcasse dei 9 maiali uccisi nel «Santuario Cuori Liberi» di Sairano Zinasco Non si sono limitati a partecipare, ma 90 di loro hanno inviato un comunicato all’Ordine dei Veterinari, esprimendo preoccupazione per quanto accaduto e per la presa di posizione di una classe politica che si schiera contro gli animali.

Un attacco violento alla democrazia, una ferita che difficilmente si rimarginerà. Quei maiali erano animali di affezione, al pari di cani e gatti.

La violenza inaudita e l’evidente disprezzo e mancanza di sensibilità nello «smaltimento» dei corpi incivilmente martoriati, il riso della veterinaria, sono stati tutti registrati da telecamere nascoste e piano piano resi pubblici.

Anche se le Tv non hanno riportato la notizia, i social hanno diffuso notizia e immagini. Lo sdegno ha varcato i confini nazionali.

Il comunicato dei 90 Veterinari

Le Forze dell'Ordine mentre tagliano la recinzione del rifugio «Santuario Cuori Liberi» a Sairano ZinascoEcco il testo della presa di posizione che i Veterinari hanno indirizzato al loro Ordine professionale:

«Gentili colleghi, in qualità di Medici Veterinari vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per quanto accaduto il 20 settembre 2023 al rifugio ‘Progetto Cuori Liberi’ di Zinasco in provincia di Pavia, e la piega politica sempre più evidente di persecuzione degli animali, includendo sia gli animali non Destinati alla Produzione di Alimenti (Dpa) come i suidi del Santuario, sia i selvatici, come lupi, orsi e cinghiali.

In coscienza, ci chiediamo se tutto questo poteva essere evitato con un passo in avanti anche da parte della nostra categoria.

La violenza che trapelava dai video (almeno da quelli pubblicati sui social) è stata per noi ingiustificata ed eccessiva, e, oltre a smuovere l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione anche fuori dal nostro paese, ha generato un vero e proprio conflitto all’interno della società.

Riteniamo doverosa una riflessione sul nostro ruolo e un ripensamento di fronte a certe situazioni che richiedono e richiederanno sempre più la nostra attenzione.

Dobbiamo tener presente che questi animali, fino ad ora considerati solo e soltanto merce zootecnica, stanno diventando animali da compagnia al pari di cani, gatti e conigli.

Anche l’opinione pubblica conosce ormai le caratteristiche etologiche di questi animali, che vanno ben oltre le possibilità che essi hanno di espressione all’interno di un allevamento intensivo: i maiali sono infatti animali socievoli, con un’organizzazione sociale complessa e con spiccate capacità cognitive.

Anche i Suidi sono animali da compagnia

Uno dei maiali uccisi nel rifugio di Sairano ZinascoGli animali dei rifugi sono di fatto animali da compagnia, registrati come animali non Dpa e riconosciuti, nel sentire comune, come veri e propri pets e, nel caso di effettiva necessità, auspichiamo una soppressione nel loro rispetto e nel rispetto di chi li ha accuditi e amati come ognuno di noi ama il proprio cane e gatto.

Una parte della nostra professione si propone di curare gli animali con tutti gli strumenti a disposizione della medicina, educare al rispetto dell’altro, tutelare la salute pubblica, annoverando sotto questa voce le attività di sostegno psicologico, quali gli interventi assistiti con gli animali, interventi svolti anche nei santuari, le attività di soccorso civile, e così via, lasciando la tutela dell’economia degli allevamenti intesivi a chi di questi aspetti si occupa.

Auspichiamo inoltre, anche nell’interesse e rispetto della nostra professione, che venga istituito un tavolo tecnico per considerare la possibilità di gestioni alternative, sia di cura che di trattamento di fine vita, in rifugi e santuari, realtà che stanno crescendo non solo sul territorio nazionale, ma in tutto il mondo, e che rendono quindi necessaria la collaborazione della nostra categoria con altre figure professionali, al fine di colmare i vuoti normativi esistenti, a favore dei Santuari e dei loro ospiti.»

La vicenda non cadrà nel dimenticatoio. Il Tar della Lombardia, pur vedendo cessata la materia del contendere con l’orribile uccisione delle 9 innocenti creature, andrà avanti con nuovi elementi, così da valutare l’operato e la legittimità dell’operato delle istituzioni pubbliche coinvolte.

Ernesta Cambiotti

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