BELLUNO

Ucciso il cervo
mascotte di Pecol

Ucciso da un cacciatore il cervo Bambotto, mascotte di Pecol

 

Il cervo Bambotto è stato ucciso da un cacciatore. Era un bellissimo animale, nato sette anni fa a Pecol una frazione del comune di Val di Zoldo, in provincia di Belluno. Mamma cerva Minerva lo aveva portato in paese. Per lei era normale interagire con gli abitanti. Amore e fiducia.

Ma dell’uomo, gli animali e, forse, neanche i suoi simili, si possono fidare. L’uomo, specie quello con un’arma in spalla non ha più un anima, l’ha persa nel momento che ha scelto di uccidere per sport.

L’ha persa nel momento in cui ha creduto di essere superiore, di essere più forte, di essere il padrone del mondo.

Così, sempre più spesso, assistiamo basiti a quelli che possiamo definire «assassini» di animali perfettamente inseriti nei territori e amici di chi vi abita.

Non è normale che i selvatici diventino «confidenti», ma succede perché la gente sta cambiando, sta diventando più sensibile.

Minerva era stata ripresa durante la trasmissione Linea Bianca, poi, lo scorso anno e misteriosamente sparita… possiamo facilmente immaginare come.

A sparare al cervo un ragazzo di 23 anni

Ora è toccato a Bambotto, ucciso da un ragazzino di 23 anni… un cacciatore. Il paese è praticamente in lutto. Lo amavano tutti, eccetto i cacciatori e uno di loro gli ha sparato!

Chissà come questo ventenne armato, avrà esultato e come si sarà sentito più grande e importante! No, non è questo il modo di interagire con il pianeta, con la sua essenza.

Natura e biodiversità sono essenziali per la continuità della vita. La caccia per sport è la peggiore è inspiegabile delle attività.

Gli interessi economici che ruotano intorno alla caccia sono molteplici, così da diventare una vera e propria lobbie, potente, tanto da condizionare le scelte politiche.

Così, arrivano norme che modificano una legge come la n.157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) in peggio, togliendo parte di quel poco di tutela concessa alla fauna selvatica, facendo diventare tutto il territorio italiano una specie di Far West. E il clima di odio viene alimentato in un verso e nell’altro.

Oggi è sicuro che tante specie di fauna, ma anche di flora si sono estinte e altre sono in estinzione, per colpa dell’uomo.

La conclusione, è che, se all’improvviso, l’umanità dovesse sparire, piano piano il pianeta terra rifiorirebbe… perché il vero «nocivo» è proprio l’uomo!

Ernesta Cambiotti

 

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