LA FORZA DI UNO SPOT

Basta una pesca
per fermarsi a riflettere

Il corto pubblicitario di Esselunga che ha bucato lo schermo

 

«Non c’è una spesa che non sia importante» è lo slogan del corto pubblicitario lanciato da Esselunga che in questi giorni ha bucato lo schermo finendo nelle pagine di tutti i giornali e sui social.

Falce e Martello il libro con il quale il proprietario di Esselunga denunciava nel 2014 la concorrenza sleale delle CoopÈ la seconda volta che la catena di supermercati balza agli onori della cronaca. Lo fece nel 2014 con il libro Falce e Carrello nel quale denunciava gli appoggi politici dei quali godevano le Coop, le aziende concorrenti che all’epoca dominavano la distribuzione.

Con lo spot, protagonisti una bambina e una pesca, il marchio Esselunga non si è fatto problema a presentare la sua idea di marketing e di società a cui è diretta, o, meglio, a valorizzare anche quei lati che spesso la rappresentazione edulcorata dei media finisce per ignorare.

Nel breve video una preoccupata mamma cerca sua figlia, che trova al banco frutta del supermercato, intenta ad ammirare una pesca. La pesca poi rotola nel nastro trasportatore della cassa sotto lo sguardo attento e sognante della stessa bambina.

La mamma scherza, gioca, si diverte anche con questa bambina, che, però, mantiene lo sguardo suo interiore su qualcos’altro.

«È da parte della mamma»

Ad un certo punto arriva il suono del citofono ad interrompere la quotidianità tra le due: è il padre e la mamma, improvvisamente fredda, gli dice che la piccola scende subito.

Il papà abbraccia calorosamente la piccola che lo ricambia affettuosamente, per poi, una volta salita in auto, aprire il suo zainetto e porgere nelle mani del padre la stessa pesca di poche ore prima.

Mentre il papà emozionato le dice «a me piacciono tanto le pesche», le gli dice: «è da parte della mamma…».

Il papà la guarda interrogativo e le dice, «ah è da parte della mamma… allora poi la chiamo e la ringrazio».

Lo slogan «non c’è una spesa che non sia importante» finale è quasi superfluo, si poteva concludere così, avendo certamente questo spot spezzato più di un cuore.

Le critiche della sinistra

Ho letto di critiche a riguardo da parte della sinistra, mentre la premier Giorgia Meloni da dichiarato di trovarlo «molto bello e toccante».

Si fa francamente fatica a capire la ragione delle polemiche nei confronti dello spot di Esselunga. Si dice che possa risvegliare le sofferenze dei bambini di famiglie separate e qui, secondo me, non si coglie l’aspetto più importante di questo breve video.

Ci si immerge per pochi minuti nel punto di vista dei bambini, quel punto di vista che spesso ignoriamo nelle nostre decisioni, pur quando coinvolgono proprio loro.

Se il video mette a nudo qualcosa è proprio questa ipocrisia.

In realtà quello che è evidente è l’imbarazzo dei grandi nel parlare di questi temi, come se la rimozione fosse l’arma vincente con i bambini.

No, i bambini devono poter aver spiegato quello che accade loro, e i grandi devono poter sostenere le loro scelte, anche e soprattutto con loro.

La prevalenza dell’interesse del minore

Nel diritto di famiglia si fa un gran parlare dell’interesse del minore, come se questo dovesse essere il fulcro di ogni decisione. Eppure, spesso, questo si riduce ad una formula vuota sacrificata sull’altare del compromesso, o anche della legge del più forte (spesso uno dei genitori).

Ebbene, questo spot ha il coraggio di porre l’attenzione del bambino su una dinamica sempre più diffusa, uno sguardo non ideologico, né di parte (la piccola, certamente, si vede, ama sia la mamma che il papà), su un argomento paradossalmente sempre più tabù.

Come per le altre «conquiste di civiltà» della nostra storia giuridica (come l’aborto e il divorzio, tali ci sono state presentate, senza alcun equilibrio), sembra quasi che all’aumento della diffusione debba corrispondere il minimo dell’informazione, del dibattito, eccetera.

Il principio di realtà e la rimozione

Un noto adagio recita che San Tommaso d’Aquino durante le sue lezioni di filosofia dicesse «questa è una mela, chi non è d’accordo può andare via».

Al di là dell’attribuzione forse troppo semplicistica rispetto ad un pensiero certamente più articolato, questo adagio è ormai ritenuto efficace per la promozione dei fatti reali, contro le finzioni, tanto che la stessa Cnn ha fatto uno spot di 30 secondi contro le fake news, riproponendo il medesimo concetto, ripreso peraltro in forma assurda dal celebre quadro di Magritte che raffigura una pipa con sotto la didascalia «ceci n’est pas une pipe».

Pare assurda, quindi, così tanta attenzione alla realtà dei fatti, per poi promuovere proprio la rimozione di alcuni di questi e delle loro conseguenze, e nemmeno l’idea che questo spot possa portare a ricordi negativi sembra reggere.

In ogni esperienza di separazione, infatti, sono sempre presenti episodi che sembrano contraddire la stessa esperienza.

Attimi di tenerezza, di ritrovata complicità, magari proprio mediata dai bambini, e proprio quando questi sono visti nella loro integrità e non spartiti nelle logiche rigide e irremovibili delle calendarizzazioni.

Attimi che, qualche volta, si sono dilatati e, perché no, hanno portato a riannodare dei fili che sembravano spezzati.

E magari, perché no, questa pesca rappresenta quella speranza sempre viva dei bambini che ci si possa perdonare, o magari, almeno, allentare per un po’ quella postura guerresca che caratteristica tante separazioni, una guerra che, senza accorgersene, i grandi fanno sui più piccoli.

Armando Mantuano *avvocato

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