HINA SALEEM 13 ANNI DOPO

Quella foto troppo
occidentalizzata

 

La famiglia la tormenta anche da morta. Non è stato sufficiente averla uccisa perché troppo emancipata, troppo poco coperta, troppo integrata, anzi integrata ed occidentalizzata nonostante tutto. Sì, nemmeno dopo la morte Hina Saleeem, la ventenne pachistana uccisa dal padre dodici anni fa per le sue abitudini troppo normali, trova la pace.

Il padre la uccise in casa e la seppellì nel giardinetto della loro abitazione con l’aiuto di gran parte della famiglia. Una aberrazione, un abominio, un fatto tanto indicibile quanto dettagliatamente pianificato e messo in pratica con cura. Tutta quella violenza, capace di ucciderla, si scontrò con quella deviata sorta di pietà con la quale venne ricomposto il corpo dopo l’omicidio. Il suo cadavere venne rinvenuto, nella buca del giardino, nella posizione verso la Qibla, rivolto verso la Mekka, per rivolgere l’ultima Salat, la preghiera.

Quella religione che, da viva, le stava troppo stretta e che le era costata la vita le era stata imposta come ultimo atto. Se Hina da viva si era ribellata, la famiglia era riuscita comunque nell’intento di farla sottomettere, anche se aveva voluto dire doverla uccidere. Da morta fu finalmente sopraffatta e «convinta» per la soddisfazione egoistica di un clan, quello familiare, tanto cieco quanto invasato.

Ora nemmeno a dodici anni dalla morte la lasciano in pace. La foto che era posta sulla lapide, nel cimitero Vantiniano di Brescia, tomba donata da un anonimo benefattore, è stata staccata dal fratello maggiore, Suleman. Sì, il fratello di Hina, Suleman, ora divenuto capofamiglia, a causa della condanna a 30 anni di carcere inflitta al padre per l’omicidio, ha asportato la fotografia.

Il motivo? «Ho tolto la foto per questioni di decoro. Quell’immagine non andava bene. Hina era troppo spogliata, indossava una canottiera rosa e per la nostra religione non è rispettoso apparire così su una tomba. Anche nelle vostre chiese non si può entrare in quel modo». Ma Suleman non fa fatto tutto a causa di un improvviso colpo di testa. No, la situazione è ancor più grave, il gesto, una vera profanazione, è stato eseguito, ha dichiarato «solo dopo averne parlato» con la famiglia.

Suleman, ora capo clan, ha promesso che sceglierà «un’immagine più decorosa» da apporre sulla lapide, così da ricordare la sorella come la famiglia la voleva, sicuramente non come avrebbe voluto Hina. Infondo Hina Saleem ha solo pagato con la vita la sua caparbietà e la sua determinazione per una vita degna di essere vissuta. Dovremmo rimettere quella foto al suo posto. Glie lo dovremmo, proprio per rispetto nei confronti della bella e determinata Hina.

Lino Rialti

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