AMANDA KNOX STAR A MODENA

Quel faccino che non
ci ha mai convinto

 

Amanda Knox ha sempre la solita faccina sorridente anche se si è un po’ invecchiata. Il tempo passa, almeno per lei e per Raffaele Sollecito sta passando.

Purtroppo per la povera Meredith Kercher non è così. Le è stato tolto il diritto di vivere e di invecchiare. Non secondario per lei, la sua memoria e per i familiari, è stato negato il diritto di conoscere la verità. Almeno quella processuale.

È infatti tornata in Italia per la prima volta dal 4 ottobre 2011, giorno della scarcerazione perché assolta per l’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese sua amica e collega di studi all’Università per stranieri di Perugia. Amanda Knox è tornata in Italia «da donna libera», come lei stessa ha dichiarato.

È atterrata all’aeroporto di Milano Linate ma è diretta a Modena dove sabato farà un intervento al festival della Giustizia penale. Parlerà della sua storia, ovviamente dal suo punto di vista. Parlerà di un caso mediatico e giudiziario che ha appassionato il mondo anglosassone più che l’Italia ma che ha portato ad un crollo delle iscrizioni sia ai corsi dell’Università Italiana per Stranieri di Perugia che e molti corsi di laurea dell’Ateneo Perugino.

Perugia è stata dipinta come luogo non sicuro e con una giustizia non ben amministrata sia per l’apparato investigativo incompetente che per il sistema giudicante inadeguato.

A ragione o a torto, intanto, Rudy Guede, uomo di colore, resta in carcere da allora, carcere dove sta per prendere la seconda laurea. Resta recluso con una pesante condanna sulla testa per l’omicidio di Meredith, in concorso con qualcuno.

Chi sia quel qualcuno, quali siano stati i concorrenti che abbiano aiutato Rudy nel misfatto, molto probabilmente, anzi certamente, resterà un mistero. Infatti oramai Amanda e Raffaele non possono più essere giudicati su questa vicenda essendo stati scagionati in Cassazione.

All’arrivo a Linate non ha parlato con i cronisti che la attendevano. Attorno a lei un muro invalicabile costituito dalla madre Edda Mellas, dal fidanzato Cristopher Robinson, da alcuni avvocati che la accompagnano, e da Martina Cagossi dell’Italy Innocence Project.

L’unica a rilasciare dichiarazioni, la Cagossi: «L’arrivo è stato difficile perché l’assalto è stato anche fisico. Ma lei sa benissimo di essere un personaggio pubblico e ha un carattere molto forte».

Argomento di questa edizione del festival della giustizia penale i processi mediatici. L’intervento di Amanda Knox è quello più atteso, il culmine del programma. Quello che ha portato l’interesse e l’attenzione sulla manifestazione.

Una bella trovata pubblicitaria per una manifestazione di modesta portata che altrimenti sarebbe passata in sordina.

La Giustizia attende investimenti di personale e mezzi per tornare a funzionare. Intanto continuiamo a guardare Amanda baciarsi languidamente col suo Christopher. Così come faceva sulla scena del crimine con Raffaele.

Lino Rialti

 

Nella foto di copertina: la stanza del delitto con il corpo di Meredith. In alto la studentessa uccisa. Sopra: i tre ragazzi presenti al momento del delitto, Rudi Herman Guede, unico considerato colpevole, Raffaele Sollecito, al tempo fidanzato dell’americana, e Amanda Knox

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