SASSARI

Il pastore che uccide
il suo gregge

 

Ha ucciso le sue 135 pecore ed i 4 cani che lo aiutavano a condurre il gregge. Così un pastore di Ploaghe in provincia di Sassari, ha reagito all’ennesimo rifiuto di ritiro del latte troppo sporco. Poi si è dato alla fuga.

Questa la cronaca, i Carabinieri Forestali lo cercano e la Giustizia farà il suo corso. Ma rimane una forte amarezza in tanti, anche tra i colleghi del pastore, rimasti sbigottiti dalla scoperta della mattanza. La brutalità ha colpito i sentimenti di molti. Il valore della vita, anche di quella di un animale destinato, prima o poi al macello, è stato azzerato. L’uomo si è arrogato, ancora una volta, il diritto di terminare in quel modo così terribile e cruento la vita degli animali. Anche questa volta senza un motivo sostanziale ed oggettivo che giustifichi il sacrificio di una vita.

La logica non è stata coinvolta nemmeno in modo apparente. Si è dato solo, anche in questa occasione, sfogato a pulsioni violente. L’uomo ancora ha sfogato la propria rabbia, la propria frustrazione nei confronti di esseri innocenti. Le recenti revisioni del Codice Penale e le più recenti sentenze della Cassazione hanno introdotto norme più severe e maggiormente punitive nei confronti di chi si macchia di reati nei confronti di animali. Di chi con crudeltà ferisce o uccide un animale.

Il sentire comune si esprime con spirito protettivo soprattutto quando si tratta di animale da compagnia: cane o gatto. Quello che ancora stenta a decollare è una sensibilizzazione nei confronti degli altri animali, tutti gli altri animali. Se tutti gli uomini sono uguali ed hanno, almeno in linea teorica, gli stessi diritti, così non è quando parliamo di animali. Esistono ovviamente animali di serie A ed animali di serie B, tutti i selvatici e tutti quelli da reddito. Forse dovremmo iniziare a ripristinare un rapporto più diretto fra esseri viventi, dovremmo fermarci e riflettere sul valore di ogni vita. Almeno dovremmo tornare all’etica naturale originale, quella ancora riconosciuta dalla civiltà contadina, che voleva si avesse rispetto anche per gli animali, anche quelli che si stavano per sacrificare.

Lino Rialti

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