Filippo Turetta l’assassino di Giulia Cecchettin è stato fermato e arrestato in Germania. Omettiamo il prudenziale «presunto» in quanto i riscontri sulla colpevolezza dell’ex fidanzato sono molteplici ed evidenti al punto che l’avvocato della famiglia Turetta sta già orientando la linea difensiva sull’omicidio di impeto per tentare di evitare un’accusa di omicidio premeditato con la conseguente condanna al massimo della pena.
Giulia Cecchettin è l’ultima di una lunga lista di donne uccise, 101 solo nel 2023. Tutte vittime di «storture» mentali e sociali, in un crescendo di degrado.
Non è vero che più si va avanti nel tempo e più si diventa civili. L’uomo, che non è l’essere superiore che vuol far credere, sembra diventare sempre più crudele.
Con chi è più debole… è più semplice. È crudele con la natura, è crudele con gli animali, è crudele con i bambini, con i disabili, con l’altro sesso.
Una vittima ogni tre giorni
In Italia viene uccisa una donna ogni tre giorni. Il problema ormai è una emergenza.
Ricominciamo dall’inizio, dalle basi, dal rispetto. Rispetto è la parola chiave, quella sconosciuta.
Le donne sono vittime, lo sono sempre state: occhiate, commenti e apprezzamenti, palpazioni, anche da sconosciuti, per arrivare alle violenze morali e fisiche, fino all’uccisione. Magari lo raccontano, ma non vengono credute, ci vogliono le prove. Vengono considerate esaurite, esagerate…
Questo è un mondo malvagio. Non basta il «codice rosso», perché, quando e se attivato, ormai si è al limite.
La donna non è un oggetto. E non deve esistere cultura o religione che può considerarla tale. Basta!
Ernesta Cambiotti