NAPOLI CAMPIONE D’ITALIA

Non è stata soltanto
una festa sportiva

Il significato della festa per il 3° scudetto al Napoli

 

No. In questi giorni non c’è stata solo una festa sportiva. Non è un semplice festeggiamento con un po’ di fuochi d’artificio. Non è solo la vittoria del campionato di calcio. A Napoli sta succedendo altro, da tanto tempo.

Napoli colorata di azzurro per la vittoria del 3° ScudettoGirando per Napoli in questi giorni si comprende come ci sia stata un’eruzione, ma non vulcanica. Si è assistito ad un’eruzione di gioia.

Le feste viste in questi ultimi anni per gli scudetti vinti a Torino e Milano avevano dei margini definiti. Piazze festanti con giovani allegri.

Con la vittoria del terzo scudetto a Napoli invece è successo una cosa diversa, più ampia. Basta guardare tutte le strisce bianche ed azzurre poste sui palazzi che collegano balconi diversi oppure che vanno da un palazzo ad un altro.

Si superano le divisioni. Si parla con tutti e si dimostra che a Napoli il sole lo si può trovare anche negli occhi dei suoi cittadini. Eventi come questa vittoria fanno riemergere, con grande orgoglio, il sentirsi un corpo unico, non un popolo ma proprio un’entità sociale che respira, piange, ride insieme.

In piazza sono scesi giovani, padri e figli, donne, nonne al balcone, femminielli e tanti stranieri. Stranieri adottati da Napoli e fatti parte della festa. Non travolti, ma coinvolti.

Napoli, calciatori e allenatore riprodotti a grandezza naturale

La festa dei napoletani sparsi per il mondo

Hanno, loro, compreso che era una gioia mista a rabbia, a desiderio di far capire che la città esiste, è sempre esistita, è sempre stata lì. Magari maltrattata e svilita ma sempre rimasta lì con la sua storia. Il turista è proprio la testimonianza che Napoli va oltre il campionato di calcio ed anche oltre i confini fisici della città. Tracima altrove.

I napoletani hanno festeggiato in tutto il mondo dall’Australia a New York, dalla Germania ai paesi nordici. Non festeggiavano uno scudetto, ma un’appartenenza. Anzi la rivendicavano.

A Napoli oggi si festeggia, poi si mangia una pizza, poi si scende nelle viscere della città, dopo si prende il sole sul lungomare, poi si aspetta che spiova mangiando un fritto. A Napoli, salvo casi disperati, si mangia bene. Poi visiti un castello, dopo vai in pellegrinaggio al santuario di un santo laico, Maradona.

Infine puoi scegliere di comprare un pastore fatto a mano o una sfogliatella. Chiese, palazzi, vicoli, bassi, maschere, tutto sopravvissuto al tempo ed ai bombardamenti di 80 anni fa da parte degli alleati.

Napoli non si può descrivere con il nostro alfabeto. Le lettere a disposizione non bastano. Perciò si è felici dell’arrivo di turisti che possano aiutare a descriverla con nuovi termini ed a far crescere questo corpo bello, antico ed a cui piace lavorare anche sorridendo.

Stefano Chirico

 

 

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