IL «PIANO LUPO» DEL MATTM

Tra monitoraggio
e uccisioni controllate

 

Ancora un rinvio per il Piano Lupo. Il programma che prevede, tra l’altro, abbattimenti controllati e che è oggetto di discussione tra Ministero dell’Ambiente e Conferenza Stato-Regioni. Doveva essere approvato oggi. Lo ha riferito il presidente della Liguria, Giovanni Toti oggi a Roma. «Ci sono pareri discordanti – ha dichiarato Toti –. Le regioni del nord, dove il lupo è più presente premono per il via agli abbattimenti mentre le altre regioni sembrano più sensibili a chi ha a cuore la sorte di questo importante mammifero. Il nodo da sciogliere è tra regione Toscana che guida i favorevoli alle uccisioni insieme alle Province di Trento e Bolzano e gli altri contrari a permettere la caccia al lupo».

A dividere è proprio la possibilità di abbattere i lupi giudicati pericolosi per gli allevamenti e le persone. Le uccisioni «controllate» hanno provocato forti polemiche non solo degli ambientalisti e degli animalisti. Una levata di scudi che, per ora, ha bloccato l’approvazione del Piano che prevede anche azioni di monitoraggio e tutela dei lupi. La Lega Anti Vivisezione (Lav), guida tutte le associazioni animaliste da anni contro «l’uccisione dei lupi che porterebbe – afferma Graziella Gori esponente umbro della Lav – alla definitiva alterazione di un già compromesso eco-sistema, senza considerare la barbarie del sacrificio di animali sempre più reclusi in ambienti naturali ristretti e devastati dall’avanzare delle cementificazioni. Un vero e proprio bracconaggio da parte dello Stato». Il Movimento 5 Stelle e i Verdi hanno ribadito di essere contrari anche al rinvio della decisione sugli abbattimenti selettivi, e chiedono che questi vengano esclusi definitivamente.

Il Piano Lupo del Ministero dell’Ambiente, elaborato da Ispra e una settantina di esperti, prevede monitoraggio della popolazione, campagne di informazione sui sistemi di prevenzione naturali (cani pastori, rifugi, recinti elettrificati), gestione dei pascoli, lotta agli incroci con i cani, rimborsi più rapidi. Lo stanziamento previsto per il Piano è di un milione e mezzo di euro fino al 2020, soldi che potrebbero essere spesi per educare le popolazioni rurali e montane a prevenire le razzie dei lupi ed, in ultimo, a rifondere gli eventuali danni agli allevatori.

Speriamo che queste risorse non servano a remunerare o rimborsare chi per «sport» effettua abbattimenti definiti «controllati» ma che spesso sono invece indiscriminati. Questi porterebbero alla rottura definitiva del già fragile equilibrio, sopravvissuto in natura proprio grazie a questi grandi predatori al vertice della catena alimentare.

Non ci dovremmo poi lamentare, per esempio, se i cinghiali dovessero devastare i raccolti. Infatti se privassimo i boschi dei lupi, gli ultimi animali in grado di controllare la popolazione dei grandi ungulati, assisteremmo ad una esplosione demografica dei cinghiali. Oppure, anche in quel caso dovremmo «controllare» col fucile il numero dei capi. Insomma una corsa all’ultima fucilata. Dovremmo avere più rispetto per la Natura ed i suoi elementi. Approcciarci con modestia e non arroganza ai suoi fenomeni così da comprenderli e capire di non essere in grado di gestire la natura.

Lino Rialti

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