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L’irresistibile fascino
di YouTube

 

Youtuber, questo neologismo si incontra sempre più spesso. Gente comune, ragazzi come tanti che si cimentano in trasmissioni dove spesso nemmeno si fanno inquadrare, magari si raccontano o semplicemente raccontano come giocare ad un videogioco. Infatti le attenzioni, soprattutto dei più giovani, sono puntate lì: sui canali di YouTube.

Molti dei nostri teenager, spinti dallo spirito di emulazione aprono un canale e tentano questa strada, la strada dello youtuber di successo. In teoria basta poco: un computer, una connessione, una webcam. Insomma una attrezzatura alla portata di tutti. Oramai presente quasi in ogni abitazione, soprattutto dove c’è un teenager.

I nostri ragazzi, chi più, chi meno, sognano il successo, la fama, i soldi non sembrano essere necessari, almeno in questa fase della loro crescita, del loro sviluppo. Fortunatamente, anche se in una società in perenne crisi economica, il benessere, almeno quello necessario alla sussistenza, è presente quasi dappertutto. E forse questo ha modellato i bisogni dei ragazzi che danno per scontato, almeno per il momento, che i soldi sono importanti, ma prima c’è fama e successo.

L’importante, insomma, è apparire. Quello che chiamavamo semplicemente «i cinque minuti di notorietà» e che ora sembra essere più democraticamente, alla portata, se non di tutti, almeno di molti.

Invece diventare famosi non è così facile. Qualcuno, comunque, ce l’ha fatta, ma sono veramente pochi… Nel mondo anglosassone ci sono canali con 20, 30, 40 milioni di iscritti (in testa a tutti PewDiePie dello svedese Felix Arvid Ulf Kjellberg con oltre 60 milioni di followers). Questo numero impressionante di iscritti per porta, ai titolari dei canali profitti mensili a sei cifre.

Invece, in Italia, complice il gap linguistico, che restringe il campo dei potenziali fans, a parte poche eccezioni, i più fortunati titolari di canali si devono accontentare di un modesto compenso, simile ad uno stipendio da impiegato, che viene riconosciuto da YouTube.

Comunque, in testa alla classifiche della rete, in Italia, c’è una giovane coppia di siciliani, Sofia Scalia e Luigi Calagna, Sofì e Luì, con il canale «Me contro Te». Il loro canale ha 2,9 milioni di iscritti. Ma ha un total engagement, ossia la reattività dei propri fans che commentano e condividono filmati e post pazzesca: 79,5 milioni. Quindi il loro canale è, non solo seguitissimo, ma anche molto redditizio.

Da poco hanno cominciato a lanciare, con un notevole successo, cancelleria, abbigliamento e giocattoli che all’inizio testavano e commentavano e che ora vengono prodotti con i loro nomi ed i loro loghi. Il segreto sembra essere la semplicità raccontata quotidianamente. La vita della giovanissima coppia, raccontata tra pareti color pastello, posters, peluches e cagnolini. Tutto è bello e rassicurante, l’amore tra i due, solo ed esclusivamente platonico, condisce l’atmosfera rarefatta e cordialmente ovattata.

Al secondo posto degli youtuber di successo, in Italia c’è Ettore Canu, sassarese, classe 1988, il suo nick WhenGamersFailLyon vale 1,8 milioni di iscritti al canale, ma con un total engagement di 78,7 milioni, quindi molto dinamico. È un gamer, ossia un giocatore che racconta le sue giocate sulla rete. Attivissimo nella vendita di merchandise, magliette, felpe eccetera.

La classifica continua con nomi conosciuti tra i ragazzi come TwoPlayersOne Console della coppia Stefano e Veronica, poi SPJokey ed ancora Mirko Alessandrini il famoso CiccioGamer89 ed ancora St3pNy, Porkmodz e Favij.

Ragazzi per bene, questi youtuber, sicuramente smanettoni, figli legittimi di questa generazione. Hanno trovato una soluzione, più o meno temporanea, alla loro voglia di farsi vedere, farsi ascoltare e magari incassare qualche soldino. In alcuni casi un decente fortuna ma comunque raggiunta sudando e lavorando sodo. Dietro ad ogni filmato c’è tanta preparazione, ricerca, prove, testi scritti, proprio come una trasmissione televisiva.

Chi ha i capelli bianchi ricorda quelli che erano fenomeni tanto diversi, ma in un certo senso non troppo dissimili. Negli anni settanta arrivarono le radio libere dove orde di ragazzini si riversavano, per pochi spiccioli, a raccontarsi dai microfoni imponendo le loro canzoni che giravano sui piatti del Technics 1210. Poi, con gli anni 80, un passaggio sembrava segnato e molti di questi disc-jockey vennero assorbiti nelle televisioni private e con quella, che almeno allora, era considerata una promozione, divennero, anche molto spesso, giornalisti.

Insomma sono cambiati i mezzi, ma il bisogno di esprimersi, di affermare la propria persona e far conoscere le proprie idee è insito nel genere al quale apparteniamo. Siamo geneticamente portati alla socialità ed alla socializzazione. Il mezzo attuale è solo diverso ma il fine è sempre quello.

Lino Rialti

 

Nella foto: gli youtuber Sofia Scalia e Luigi Calagna. Il loro canale «Me contro Te» ha 2,9 milioni di iscritti. 

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