LA STRAGE DI ALTAVILLA MILICIA

L’inquietante ruolo di Miriam nella morte di madre e fratelli

Il 11 febbraio Giovanni Barreca ad Altavilla Milicia ha sterminato la sua famiglia «posseduta dal diavolo», uccidendo la moglie e due due dei tra figli.

 

Giovanni Barreca ha rivendicato l’omicidio della moglie Antonella Salamone e dei figli Kevin ed Emmanuel (16 e 5 anni) commesso nella sua abitazione di Altavilla Milicia durante la notte tra il 10 e l’11 febbraio. La strage sarebbe stata compiuta con l’aiuto di Sabrina Fina e Massimo Carandente, una coppia di «correligionari» evangelici. La terza figlia della coppia, la diciassette Miriam, è sopravvissuta alla mattanza.

Giovanni Barreca, nella sua abitazione di Altavilla Milicia ha torturato e ucciso la moglie e due dei tre figli della coppia.In un primo momento ragazza sembrava essere in stato di incoscienza, si ipotizzava addirittura sotto effetto di droghe, ma poi si è compreso che era vigilmente presente mentre la madre e i suoi due fratelli venivano torturati e uccisi. Quale è stato dunque il suo ruolo?

La madre di Miriam, carbonizzata, era stata seppellita e nascosta, tempo prima, mentre i figli maschi, l’11 febbraio, dopo la telefonata del padre ai Carabinieri, erano stati trovati incatenati al collo e legati.

Da subito si è parlato di rituali per «scacciare il demonio», che la coppia Fina-Carandente, conosciuta sui social da Barreca, era venuta a praticare.

I tre condividevano certamente la fede evangelica, mentre sui social di Barreca, ultimamente, veniva condiviso l’intervento liberatore di un autoproclamatosi pastore evangelico molto controverso, Roberto Amatulli, ex parrucchiere, già attenzionato dalle Iene per impedimento dei contatti tra familiari, o per asserire di guarire tumori.

Non un esorcismo ma una tortura

In ambito protestante l’esorcismo è una «pratica» lasciata al «carisma» individuale, al contrario della Chiesa cattolica dove è un rito strutturato, officiato da un sacerdote investito di tale autorità dal Vescovo, e che si svolge con l’ausilio di medici e psicologi che esaminano previamente il caso.

Ciò che è emerso, però, esula anche dallo spontaneismo protestante, o dalle preghiere di liberazione. Pare che le vittime siano state prese a pugni, colpite con attizzatoi infuocati, bruciate con phon accesi sulla pelle.

Quello che è successo assomiglia in realtà più a una tortura, come quelle durante il periodo medioevale (anche in ambito secolare) che servivano a portare alle confessioni.

Non si può escludere, quindi, che si stessero cercando comportamenti delle vittime, tali da aver portato «il diavolo nella casa». Fa una certa impressione, quindi, vedere l’ultimo video postato da Giovanni Barreca sui suoi social, ossia il «pastore» Amatulli, «liberare» una casa distruggendo statue della Madonna.

Potrebbe esser bastata una festa di una comunione, la frequentazione di una Chiesa, una maggiore integrazione con il tessuto sociale (che Antonella Salomone pare avesse) o anche il non condividere il feroce anticattolicesimo di certe spiritualità di frangia, per poter diventare bersaglio, ed essere «demonizzati».

Oppure, semplicemente, si è verificato il meccanismo del capro espiatorio come analizzato nell’opera di René Gerard, ossia è stata scelta la vittima più sacrificabile, su cui far confluire tutte le negatività percepite.

Il ruolo di Miriam nella strage

In tutto questo da decifrare è il ruolo della figlia che, da presunta vittima, si è trasformata in poco consapevole carnefice.

Le sue dichiarazioni gelano il sangue e testimoniano di una persuasione imperturbabile anche di fronte alla tragedia della sua famiglia, tanto da far dichiarare al Pm che la stessa fosse plagiata.

Da notare che uno degli attori che avrebbero manipolato la minorenne, intraprendeva la professione di venditrice marketing, una di quelle esperienze professionali al confine con il sistema Ponzi, le vendite piramidali, caratterizzate da pubblicità spesso ingannevole, pseudoscienza e proposte di acquisto aggressive.

La storia del reato di plagio

Per inquadrare le fattispecie giuridiche legate alla strage di Altavilla Milicia è utile ripercorrere la storia delle fattispecie penali associate ai gruppi settari.

Il reato plagio, nel diritto penale italiano, puniva con la reclusione fino a 15 anni chiunque sottoponesse «una persona al proprio potere in modo da ridurla in totale stato di soggezione». La fattispecie richiamava l’abuso psicologico ed è stata depenalizzata tra numerose polemiche dalla Corte Costituzionale per l’indeterminatezza della fattispecie.

Ci sono stati tentativi di reintrodurre una fattispecie analoga più dettagliata rubricata come «manipolazione mentale».

Il rischio che si è palesato è stato però quello di non riuscire a individuare forme di accettazione consapevole di idee e credenze altrui, rispetto a quella della suggestione, finendo per estendere in maniera rischiosa le ipotesi di reato conculcando la libertà religiosa, ma anche politica.

Il fenomeno delle sette

La depenalizzazione del reato, però, ha finito per disarmare chi combatte gli abusi compiuti dalle sette, che, al momento delle segnalazioni potranno intervenire solo in presenza di fattispecie come riduzione in schiavitù, circonvenzione di incapace, quando non ci sono reati più comuni come la truffa, le lesioni, lo stalking, o, addirittura, come nel caso di Altavilla Milicia, tortura e omicidio abietto.

Le fasi di adescamento e condizionamento psicologico sono state studiate e averne coscienza può aiutare gli amici e i parenti delle persone coinvolte.

Tra queste, oltre all’illusione di poter risolvere gravi problemi (la sofferenza personale rende vulnerabili), c’è il love bombing (una carica di apprezzamento, fuori dal comune, per la persona adescata), il cercare di isolare questa persona dal suo contesto rivelandole «segreti», l’impegno con il gruppo (che può essere suggellato da veri e propri rituali), l’indottrinamento, l’assoggettamento, e, infine, qualora l’adepto non dovesse essere affidabile, la regressione dall’apprezzamento iniziale, cercando di minare l’equilibrio psichico della persona, fino, in caso di fuoriuscita, la persecuzione.

Un numero verde per chi cerca aiuto

Un quadro analitico delle problematiche legate alle sette è descritto da don Aldo Bonaiuto, della Comunità Giovanni XXIII, che offre anche un numero verde antisette: 800228866.

Per una conoscenza dei fenomeni parareligiosi e per un consulto, c’è poi il Gris, il cui referente, il giornalista David Murgia, è stato più volte intervistato proprio per la strage di Altavilla Milicia.

Riguardo quest’ultimo evento ancora avvolto nel mistero sotto tanti aspetti, l’esperto sociologo delle religioni Massimo Introvigne ha rifiutato la classificazione di «setta», per l’esiguità dei numeri delle persone coinvolte e la liquidità dei gruppi sui social, focalizzando l’attenzione più sul disagio sociale dei soggetti coinvolti.

Tuttavia, le piste investigative stanno ampliando la ricerca agli adepti del gruppo della coppia, che si faceva chiamare i Fratelli di Dio, e che frequentava la casa Barreca il giorno del massacro.

Quello che sorprende, in tutta questa storia, è il radicamento ideologico ancora vivo negli esecutori materiali della carneficina, compiuta contro le persone inermi della propria famiglia. Tale allucinazione, che ha fatto ritenere al legale di Giovanni Barreca di dover chiedere una perizia psichiatrica, è forse il fenomeno più oscuro e da analizzare di tutta la vicenda.

Armando Mantuano *avvocato

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