L’abbattimento, ormai celeberrimo, del drone Houthi è il primo episodio di guerra in cui è coinvolta la Marina Militare Italiana dal 1945 ad oggi. Il Cacciatorpediniere Caio Duilio che lo ha abbattuto, si trovava in navigazione, nelle acque del Mar Rosso, d’avanti le coste Yemenite.
Tutto si è svolto in pochissimo tempo. Il Radar di scoperta della Nave ha segnalato l’oggetto volante in plancia comando, da lì è stato agganciato dalla centrale di tiro e i cannoni da 76 mm del Caccia hanno cominciato a brandeggiare verso il bersaglio.
Alla distanza di 4 miglia il Comandante della Nave ha dato l’Ok per il fuoco. C’è da dire che il drone aveva già superato la distanza minima in cui lo stesso avvicinamento al battello è considerato un’aggressione.
Non è dato sapere se l’aereo senza pilota portava testate belliche o soltanto strumenti di visione (telecamere) ma tanto è stato. Sei colpi, diretti dal radar di tiro sono stati indirizzati verso il cielo dove volava l’ordigno.
I tre secondi dell’Otomat
Tre secondi di fuoco. Le spolette radio inserite nei proiettili hanno fatto il resto. Una volta arrivati in prossimità dell’oggetto volante, le onde radio hanno «agganciato» il drone e sono esplose, proiettando una miriade di schegge e distruggendo completamente l’obiettivo.
Pochi secondi e tutto era finito. La minaccia distrutta, il Caio Duilio salvo. Una dimostrazione di potenza e di tecnologia esasperata che ha messo al sicuro il Battello e i membri dell’equipaggio, dando un severo «altolà» a chiunque intendesse mettere in discussione la libera navigazione commerciale in un’area nevralgica di vitale importanza per tutto il pianeta.
Il comportamento della Nave è stato ineccepibile, l’addestramento dei nostri marinai perfetto, le regole d’ingaggio stabilite dalla Missione internazionale sono state rispettate, ma quello che salta agli occhi è il comportamento del cannone navale Otomat, un’arma precisa e implacabile in grado di sparare due colpi al secondo calibro 76 mm. e di spedirli a diversi chilometri di distanza con estrema precisione.
L’Otomat è un progetto italiano che tutto il mondo invidia, è stato acquistato da tutte le marine occidentali, sul cacciatorpediniere Caio Duilio ce ne sono ben tre due a prua e uno a poppa, sono in grado di proteggere la nave su di un arco di 360 gradi. Non saranno rose e fiori per i ribelli…
Massimiliano Burri