LA VICENDA DI GESSICA NOTARO

Condanna definitiva
per l’uomo che la sfregiò

Condanna definitiva per l'uomo che sfregiò Gessica Notaro

 

Il 15 dicembre la Cassazione ha respinto il ricorso di Edson Tavares contro la condanna a 15 anni 5 mesi e 20 giorni di reclusione emessa dalla Corte di Appello di Bologna per aver sfregiato con l’acido l’ex compagna Gessica Notaro. La sentenza ha anche confermato la sua espulsione dall’Italia a fine pena ed i risarcimenti alle parti civili.

Edson TavaresDopo lunghi periodi di stalking il 10 gennaio 2017 l’uomo aveva atteso la showgirl riminese sotto la sua abitazione e le aveva lanciato dell’acido in volto, deturpandolo in maniera permanente.

La triste storia di Gessica Notaro di deve indurre a riflettere sui pericoli che si corrono se si resta invischianti in un amore «malato».

La fine di un rapporto è sempre un lutto, un fallimento e una presa di coscienza. L’autostima gioca un ruolo importante e l’atteggiamento più corretto è convincersi che le cose sono andate «come dovevano andare» e che lui o lei semplicemente non era la persona giusta per noi, dunque meglio rassegnarsi lentamente voltando pagina.

Si soffre di più a lasciar andare, e più a lungo perché l’amore si comporta come una necessità fisiologica equiparata alla fame, alla sete e nelle fasi di passione ed enfasi genera una vera e propria forma di dipendenza, simile a quella di una sostanza stupefacente.

Per questo se una storia non parte naturalmente o finisce, l’esperienza è assimilabile a quella di una crisi di astinenza quindi a volte meglio un taglio netto, affrontare la privazione fino a liberarsene, solo a questo punto si è pronti per un nuovo inizio.

Le difficoltà delle vita di coppia

Se teniamo davvero al rapporto vale la pena concedersi reciprocamente un’ultima opportunità. Elemento essenziale in un rapporto è la reciprocità, è l’essere entrambi sulla stessa lunghezza d’onda, perché insistere troppo a lungo serve solo a macerarsi nel dispiacere del distacco o scivolare nello stalking.

Le restrizioni della pandemia nel movimento nella relazione sociale e le separazioni forzate non hanno favorito la vita di coppia.

Chi si è trovato recluso in casa con la sua metà ha visto il rapporto messo a dura prova dalla convivenza forzata, dallo spazio e dalla libertà limitata.

Chi si è trovato separato dal proprio compagno con un rapporto a distanza scandito solo dalle video-chiamate sui social che di fatto è solo un palliativo che non sostituisce il contatto fisico e possono risultare dannosi per le neonate relazioni appena cominciate o per quelle già un po’ in difficoltà.

Chi esplode dalla gelosia, dal possesso, da un amore «malato» e chi per esasperazione di un becero ricatto, a protezione della persona che ama se ne va arrendendosi allo Stato, come forma di riscatto e liberazione, con una storia spezzata e finita, dove tutti devono assumersi la propria responsabilità anche se il periodo natalizio rende il distacco ancora più amaro. Sopravvivere è doveroso e si deve. Si può.

Concentriamoci sui nostri affetti più cari, maggiormente in grado di comprenderci e sostenerci, e non esitiamo a ricorrere al loro aiuto ed alla loro confidenza.

Il Natale è un momento di rinascita, per tutti indistintamente, ed è al contempo il momento giusto per imparare a volerci bene e prenderci cura di noi stessi.

Il dispiacere per la fine di una relazione «consapevole o forzatamente» non durerà per sempre e presto quando la pandemia sarà sotto controllo, saremo liberi di tornare alla nostra vita consueta.

Antonella Betti

 

 

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