DIMENSIONE KYIV

Un viaggio letterario
in una città ferita

Kyiv, monumento ai fratelli fondatori della città in piazza Majdan (Foto dell'autore, 2015)

 

Dal fatidico 24 febbraio 2022, giorno di inizio dell’invasione russa, il mondo intero ha bruscamente scoperto l’Ucraina, un paese verso il quale non era stata ancora posta la dovuta attenzione. Attraverso i reportage dal fronte abbiamo imparato i nomi delle sue città, abbiamo ammirato la forza del suo popolo, stiamo cominciando a conoscere la sua centenaria storia di resistenza all’ingombrante vicino. E ora, con Dimensione Kyiv, edito da Rizzoli, si apre una prima finestra sulla sua letteratura.

Kyiv, le cupole dorate delle chiese della capitale ucraina (Foto dell'autore, 2015)Per avvicinare il lettore italiano al mondo letterario ucraino la curatrice del volume Yaryna Grusha Possamai ha realizzato un’antologia di brani che hanno Kyiv come filo conduttore. La capitale della nazione, una metropoli europea con una storia e una cultura millenaria, cuore ed essenza del suo paese.

Dimensione Kiev accompagna così il lettore in un viaggio letterario che dal quartiere di Podil, la parte bassa della città lungo il fiume Dnipro, sale per la Andrijivsky uzviz e raggiunge il centro di Kyiv, con le cupole della cattedrale di Santa Sofia e del monastero di San Michele, piazza Maydan e la Porta d’Oro.

Per terminare nella parte alta della città con il monastero Pecherska e il monumento all’Holodomor, lo sterminio per fame perpetrato dai sovietici nel 1932-1933.

Taras Shevchenko e Olena Stjazkina

Kyiv, murales ai piedi della Andrijivsky uzviz (Foto dell'autore, 2015)Un viaggio in compagnia di 16 autori che inizia nell’Ottocento, con le pagine di Taras Shevchenko, padre della letteratura e della lingua ucraina, e si chiude con quelle del diario di Olena Stjazkina, scritte nel 2022, primo anno dell’invasione russa.

Nel mezzo dieci autori ucraini, nessuno dei quali tradotto in italiano ad eccezione di Jurij Andruchovyc, di cui sono stati pubblicati alcuni lavori e del quale sta per arrivare in ora in libreria Perversione, il suo romanzo più importante.

Non c’è da stupirsi, considerato che mancano in italiano le opere dello stesso Taras Shevchenko o della poetessa nazionale Lesja Ukrajinka, della quale in Dimensione Kiev sono pubblicate delle lettere. Così come sono stati ancora tradotti i più autorevoli storici, politologi e romanzieri ucraini.

Michail Bulgakov e Nikolaj Gogol

Kyiv, la porta d'oro, particolare (Foto dell'autore, 2015)Universalmente conosciuti sono invece due dei tre autori di lingua russa inclusi nella raccolta curata da Yaryna Grusha Possamai: Michail Bulgakov e Nikolaj Gogol.

Nato a Kyiv nel 1891, Bulgakov non si è mai identificato con il contesto ucraino e si è trasferito a Mosca nel 1921, subito dopo la fine del periodo rivoluzionario. All’autore de Il Maestro e Margherita si deve il romanzo La Guardia Bianca ambientato durante la prima occupazione di Kyiv da parte dell’Armata rossa, del quale viene proposto un brano.

Pur non simpatizzando per i rossi, Bulgakov fu contrario all’indipendenza dell’Ucraina, che considerava alla stregua dei bianchi zaristi come parte dell’Impero russo. Da qui la sua ostilità verso Symon Petljura, presidente della prima Repubblica ucraina.

Scrittore russo di origine ucraina Nikolaj Gogol ha sempre trovato nella sua doppia anima russo ucraina la sua più forte espressione artistica. Molte sue opere hanno per oggetto il contesto ucraino e il glorioso passato del cosaccato ucraino, come il noto Taras Bulba e il racconto «La terribile vendetta» inserito in Dimensione Kyiv.

Kyiv sotto le bombe

Kyiv, la Andrijivsky uzviz con in cima la chiesa di Sant'AndreaA volte crude e sempre di forte impatto emotivo sono le considerazioni contenute nei brani del diario scritto sotto le bombe da Olena Stjazkina che chiudono Dimensione Kyiv. Ne riportiamo alcune:

«Kyjiv 14 marzo 2022. Le barricate a Kyjiv sono fatte di sacchi di sabbia, ‘ricci cechi’ [ostacoli anticarro] e blocchi di cemento. Forse le più belle sono quelle fatte con i filobus e, in alcuni punti, con i tram. Quando sono vicina ai sacchi di sabbia, i ragazzi in abiti civili e gli studenti del Conservatorio e dell’Accademia delle Belle Arti si possono facilmente scambiare per dei volontari».

«Kyjiv 30 marzo 2022, [L’artiglieria ucraina] sta lavorando per non farci denazificare fino alla morte dai missili russi che arrivano da Buča, quasi rasa al suolo. Proprio in quei luoghi, tra un bombardamento e l’altro i ‘liberatori’ hanno mangiato un cane vantandosene con gli amici. E gli amici hanno approvato. Quando la prossima volta mangeranno il loro collega, perché la razione non gli andrà più bene, il loro amico approverà anche quello. Il loro amico non è Putin, il loro amico è il popolo russo, che uccide, stupra, deruba e ormai si mangia pure i cani».

«Kyjiv, 1 aprile 2022. La Rusnja [i soldati Russi] non hanno ripiegato dalla regione di Kyiv. Sono stati cacciati via a pedate. Mentre scappavano vergognosamente, si caricavano il maltolto sui carri armati: giocattoli per bambini, tappeti (devono avere un’ossessione per i tappeti, sono tra gli oggetti più rubati), soldi, gioielli, calzini, scarpe da ginnastica, frullatori, generatori…

Prima di scappare cagano dove hanno dormito, minano i cortili delle case, gli orti, avvelenano i pozzi e con grosse pennellate della loro merda disegnano il quadro dell’Apocalisse, l’unico a cui loro, i russi, si addicono alla grande».

Ma nel Diario della scrittrice, accanto alla giustificata rabbia per la drammatica situazione che lei e i suoi compatrioti stanno vivendo, c’è anche spazio per una divertita ironia:

«Kyjiv, Podil 13 aprile 2022. Il monumento a Hryhorij Skovoroda [filosofo, 1722-1794] a Podil ha una protezione molto di moda: sacchi di sabbia ricoperti da plexiglas con una fessura in mezzo. Skovoroda ci guarda attraverso i sacchi e sembra stia dicendo: ‘Il mondo voleva prendermi ma non ci è riuscito. E neanche voi ci riuscirete’.

Sembra davvero che di notte scenda dal suo piedistallo e vada a passeggiare per le vie della città. Perché la mattina ha un po’ quella faccia da mascalzone presuntuoso».

Vincenzo Fratta

 

 

 

A cura di Yaryna Grusha Possamai
Dimensione Kyiv
Rizzoli, pp.381

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