PUGILATO

La vittoria fischiata del match Lomachenko vs Haney

Vittoria mondiale bugiarda di Devin Haney vs Vasiliy Lomachenko

 

Il match di pugilato tra il pluri decorato Vasiliy «Loma» Lomachenko e l’astro nascente Devin «the Dream» Haney, ha portato con sé evidenti strascichi per una decisione arbitrale non condivisa dalla maggior parte dei commentatori che ha visto premiato il giovane di casa da una giuria anch’essa casalinga.

Devin Haney esulta dopo il verdetto favorevole che lo conferma campione mondiale dei pesi leggeriIn palio era i titoli mondiali dei pesi leggeri detenuti da Devin Haney che il 35enne Loma, campione indiscusso della categoria inferiore, ambiva a fare propri.

La qualità pugilistica del primo non si discute, e la classe espressa nonostante lo squilibrio evidente di struttura fisica ed età tra i due (a vantaggio del secondo), ha prodotto uno spettacolo difficilmente replicabile.

Quello che però a prima vista può sembrare solo un incontro, in realtà è la contrapposizione tra due scuole pugilistiche, due ideologie sportive, che, anche a distanza di anni, si contendono il medesimo quadrato.

La versatilità di Loma

l pugile ucraino, infatti, è erede di quella scuola sovietica dove il pugilato è scherma e gioco di scacchi, uso dell’intelligenza forza controllata e difesa serrata.

La sua carriera, fatta di una grande esperienza come amatore, dove ha vinto tutti gli allori iridati, dimostra le sue solide basi e la sua padronanza dei fondamentali.

A tale impostazione Loma ha aggiunto una versatilità impressionante, creando uno stile unico dove si uniscono velocità, scioltezza, classe e soprattutto precisione dei colpi da differenti angolazioni.

Vederlo sul ring è come ammirare un’opera che unisce le qualità più importanti di autori diversi, in un unico quadro armonico, però.

L’aggressività di Haney

Un momento del match Devin Haney vs Vasiliy Lomachenko per i tioli mondiali unificati dei pesi leggeriDall’altro lato il pugile di Las Vegas è noto soprattutto per il temperamento aggressivo, e lo stile molto potente.

Sabato notte (in Italia domenica mattina), però, l’arroganza del più giovane, manifestata non solo nelle interviste preliminari al match, ma anche al momento del peso, con una spinta ingiustificata, si è risolta in sguardi di paura e smarrimento, specialmente all’ultimo round dove sapeva di essere in svantaggio.

I colpi precisi e continui dell’avversario, più veloce di lui nonostante più di dieci anni di differenza, ne hanno spento ogni iniziativa, portandolo ad essere sempre incalzato lungo tutto l’incontro.

Un verdetto bugiardo

Buoni pugni al corpo in quantità maggiore rispetto all’ucraino, pur messi a giustificazione del verdetto, non possono certo far cambiare opinione a tutta quella folla presente fisicamente nell’arena di Las Vegas, che ha fischiato il «vincitore», tanto da impedirgli persino di farsi sentire al microfono.

Sembrava di rivivere, al contrario, l’atmosfera di Rocky 4, con la folla ostile che acclama il pugile non di casa, che diventa il «campione della gente».

Curioso, poi, che i due pugili esprimano due fedi religiose in maniera esplicita e vivida, da un lato l’ortodossia, per la quale Loma si è esposto criticando i provvedimenti del proprio Governo, dall’altro l’Islam, una scelta veramente originale in un luogo come Las Vegas.

Le magliette sfoggiate dal campione ucraino con i caratteri slavi delle icone manifestano anche il percorso personale di maturazione del pugile che, nonostante il verdetto, non si è mai lasciato andare a commenti ostili.

Loma e Usyk in difesa della patria invasa

Lo stesso temperamento che ha dimostrato in patria dove, pur criticato per il suo atteggiamento per nulla russofobo, ha rinunciato a incontri e ad una vita agiata per difendere la sua patria ucraina, spinto dal senso del dovere che, da quelle parti, è cosa seria.

Stesso atteggiamento del suo amico Oleksandr Usyk, dominatore dei pesi massimi, in un albo dove hanno già primeggiato, e a lungo, altri pugili ucraini, i fratelli Klyčko, divenute poi personalità anche politiche, venendo Vitalij anche eletto come sindaco di Kiev.

I campioni si vedono anche e soprattutto nei momenti più duri delle sconfitte, e le sconfitte più amare sono sicuramente quelle che non ti aspetti, come quella di sabato, fatta da una giuria casalinga e attribuzioni al limite dell’impossibile (la 10 ripresa data a Haney da un Giudice).

Il team Lomachenko ha detto che appellerà la decisione, una scelta obiettivamente giusta e doverosa per evitare verdetti «sovietici» nella «patria delle libertà», una contaminazione sottile di cui è giusto essere avveduti, anche in ambito politico, perché lo sport qualche volta è «la continuazione della politica con altri mezzi».

Armando Mantuano

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