TOTO COTUGNO

L’ultimo saluto al cantore
de l’«Italiano vero»

Morto a 80 anni Toto Cutugno, cantò l'«Italiano vero»

«Ciao a Toto Cutugno, un Italiano vero». Così il presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dato il suo ultimo saluto a Toto Cutugno pubblicando una sua foto sui social. I funerali del cantautore si sono svolti oggi a Milano.

Toto Cutugno è stato uno dei simboli dell’italianità nel mondo, «Un Italiano vero», come cantava nella sua famosa canzone scritta per Celentano che però non volle cantarla. Una hit epocale che ha venduto milioni di dischi in tutto il mondo e ha rappresentato la sua consacrazione.

Le origini siciliane di Toto Cutugno

Toto Cutugno in una delle sue ultime apparizione televisiveNon tutti conoscono le origini Siciliane di Toto Cutugno. Il padre Domenico è nativo di Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, e lavorava come sottufficiale di marina. E sarà proprio il padre, suonatore di tromba, a incoraggiarlo a suonare.

Con oltre 100 milioni di copie vendute, si stima sia tra gli artisti musicali italiani di maggior successo.

Ha partecipato, da solista, in coppia o insieme a un gruppo, a 15 edizioni del Festival di Sanremo, vincendolo una volta nel 1980 con Solo noi, giungendo sei volte secondo, una volta terzo e due volte quarto.

La vittoria dell’Eurofestival

Nel 1990 Toto Cutugno ha vinto l’Eurovision Song Contest con il brano Insieme, secondo dei tre artisti italiani di sempre a riuscirci, dopo Gigliola Cinquetti nel 1964 e prima dei Måneskin nel 2021.

Ha raggiunto la vetta delle classifiche, non solo come interprete dei propri brani, ma anche come produttore e autore di canzoni per altri, in particolare per Adriano Celentano, negli anni Settanta e Ottanta.

Ed anche Celentano ha voluto dargli l’ultimo saluto sui social ricordando gli inizi di una canzone diventata nel tempo una specie di inno nazionale: «Ciao Totò… tu insistevi perché io incidessi L’italiano. Ma ciò che più di tutto mi frenava era proprio la frase più importante: ‘Io sono un Italiano vero’.

Il saluto di Celentano

Una frase oltretutto insostituibile, in quanto è proprio su questa che si regge l’intera impalcatura di quella grande opera. E io sentirmi pronunciare: ‘sono un Italiano vero’ mi sembrava di volermi innalzare».

Alla fine lo convinsero a cantarla lui stesso la sua «L’italiano», che nel 1983 si classificò solo al quinto posto al Festival di Sanremo.

Eppure quella canzone, che strofa dopo strofa componeva il ritratto di un’Italia semplice, fin troppo stereotipata, fatta di cattolicesimo e calcio, amore e spaghetti al dente, schizzò subito in vetta alle classifiche.

«L’italiano» è il manifesto sociale di un’Italia povera e maltrattata che cerca riscatto all’estero ed è, ormai, diventata immortale. È cantata e conosciuta in tutte le latitudini del mondo.

La musica e le parole di Toto Cutugno hanno saputo fare il giro del mondo e risuoneranno per sempre tra chi vorrà cantare «con una chitarra in mano». E Toto Cutugno è stato e sarà sempre il simbolo dell’«italiano vero» nel mondo.

Angela Alizzi

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