SUPERLEGA DI CALCIO

Dietro il progetto, la cattiva
gestione dei grandi club

Superlega di Calcio. Il retroscena del progetto già sfumato

 

Con l’annuncio della nascita di una Superlega di Calcio e il rapido dietro front provocato dalla generale ed unanime disapprovazione, abbiamo assistito alle prove generali di una guerra appena iniziata, le 12 squadre secessioniste sicuramente non molleranno la presa, per alcune di loro è esploso un default finanziario che era in gestazione da anni e che la pandemia ha portato in superficie devastando i già precari equilibri finanziari in corso.

Il presidente del Real Madrid Florentino Perez, ideatore del progetto Superlega

Solo nell’ultima stagione queste 12 società hanno perso circa 3 mld di euro, nessuna azienda potrebbe sopravvivere ad un collasso del genere se non avviando una riduzione dei costi, costi però bloccati dai contratti blindati dei giocatori che, of course, si guardano bene dal rinegoziarli.

È pur vero che queste società sono rimaste vittime di un sistema portato avanti da loro e continuamente alimentato da improbabili e dispendiosissime campagne acquisti degli ultimi anni, campagne che solo la vittoria potrebbe, in parte, giustificare, ma una solo vince e per le altre sarà solo e soltanto un bagno di sangue.

Tra le cause principali metterei ai primi posti la scomparsa dei vivai. Adesso le società, piuttosto che investire su giovani acerbi di prospettiva, preferiscono acquistare giocatori più esperti che anno passato la trentina, giocatori che spesso risultano demotivati e spompati, dovendosi poi giocoforza legarsi a procuratori esosi e senza scrupoli.

A conferma della pessima gestione economica delle società coinvolte in questa crisi e della mancanza di una moratoria di contenimento delle spese malgrado i collassi finanziari, voci di corridoio sembrano confermare che se la Superlega di Calcio fosse passata, la Juve con la prima tranche di 300 milioni ricevuta dalla Stanley Morgan, avrebbe strappato Donnarumma al Milan.

Il contratto offerto al portiere della nazionale sarebbe stato di 12 milioni di euro netti a stagione per cinque anni, per un costo complessivo di 140 milioni di euro, compresa la provvigione al procuratore Raiola di 20 milioni di euro. No comment.

Da constatare anche il fallimento della regola del Fairplay Finanziario, regola nata per impedire di ripianare le perdite economiche delle società tramite aumenti di capitale e quindi, seppur atta ad impedire che società più ricche potessero fare il bello ed il cattivo tempo a scapito di quelle più povere, di certo non ha impedito agli sceicchi l’arrivo dei loro petro-dollari attraverso sponsor fittizi. Fatta la legge…

Marco Biccheri

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