GRYTZKO MASCIONI

Mare degli immortali,
miti del mediterraneo europeo

Grytzko Mascioni, Mare degli immortali, Lindau Editore

Il semidio Eracle, figlio del re degli dei dell’Olimpo Zeus e di Alcmena, una donna mortale, è la figura mitologica scelta da Grytzko Mascioni come guida per la navigazione nel Mare degli immortali.

Grytzko Mascioni (1936-2003)Il libro, edito da Lindau, è un vero e proprio percorso attraverso i miti del Mediterraneo europeo, che dalla Grecia antica si sono trasmessi a Roma e progressivamente all’Europa intera.

Per lo scrittore svizzero di lingua italiana l’antichità classica è considerata la culla della civiltà europea, alla quale nel mare ondoso della vita ci si può aggrappare come su di una roccia ferma.

La culla della civiltà europea

Grytzko Mascioni (1936-2003) è stato saggista, romanziere, poeta, autore e produttore televisivo per la Televisione Svizzera Italiana. La gran parte della sua produzione letteraria è dedicata alla Grecia Antica. Con il libro La notte di Apollo è stato finalista del Premio Strega.

«Sono stati i Greci — spiega Grytzko Mascioni — che dalla cavità insondabile e sconfinata del notturno caos nel quale affiorava la coscienza dell’Homo sapiens, hanno fatto emergere i lineamenti leggibili di una mitologia lussureggiante e sensata, sull’intensa terza scena dell’esistenza.

Una norma interpretativa che, sia pure fantasiosamente, ordinava il disordine degli spaventi e delle emozioni in un controllabile universo di storie e immagini, in cui la nostra ansia di capire, che non si è ancora esaurita, si illimpidiva.

E che non procedeva, come in altre culture, da un mistero profittevolmente gestito da sovrani o profeti, sacerdoti o stregoni o maghi, ma germinava nella mente e affiorava sulle labbra di uomini comuni. Di uomini come noi».

Il destino di dei e uomini

L’Eracle (Ercole per i romani) che troviamo nel Mare degli immortali, si è tolto dal capo la pelle del leone ucciso in una delle sue immani fatiche, ha posato per terra l’inseparabile clava, e si è seduto con la gamba sinistra piegata al ginocchio, il braccio posato sul gomito e la testa dolcemente piegata.

Dopo il suo lungo errare, dopo le grandi imprese compiute, è venuto per l’eroe il momento di riflettere sul destino degli dèi e degli uomini, sulle loro somiglianze e sulle loro radicali differenze.

Il semidio si interroga sui poteri e sui limiti di Zeus, sui rapporti del padre divino con la moglie Era, per Eracle principale fonte dei suoi problemi. Passa in rassegna le dee dell’Olimpo: la grazia e le capacità seduttrice di Afrodite, la forza e l’intelligenza di Atena, le virtù di Artemide, il dolore di Demetra.

Nelle dee immortali Eracle vede rilesso l’intero universo femminile. Esso può essere dolce, bello, seducente e confortante ma al tempo il suo tremendo contrario.

Non mancano le pagine nel quale l’autore fa spiegare ad Eracle il significato delle sue fatiche, e si interroga sul significato della presenza dell’uomo nel mondo.

Né saggio né romanzo Mare degli immortali è un viaggio alle radici della cultura europea. «Riuscissimo a nuovamente sorridere degli dei — scrive Grytzko Mascioni nella prefazione —gli dei a loro volta potrebbero sorriderci ancora. Vale la pena di tentare».

Vincenzo Fratta

 

 

 

Grytzko Mascioni
Mare degli immortali
Lindau, pp.299

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