ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA

In difesa delle idee
di storia e di natura

Secondo Ernesto Galli della Loggia l’odierno progressismo mira a sovvertire il mondo dei valori e i rapporti personali tra gli individui., prendendo di mira l’idea di natura e l’idea di storia

 

Il vero conservatore non deve guardare al passato ma tutelare due idee che la cultura progressista intende superare: la Natura e la Storia. Lo scrive Ernesto Galli della Loggia nel fondo del Corriere della Sera del 3 settembre.

E lo ribadisce in opposizione a chi concepisce «un solo tipo di progresso — quello scientifico tecnico —, che al posto della libertà sembra perseguire solo il più banale ‘liberi tutti’, e che in sostanza gioca ogni sua posta su un unico tableau: quello dell’umanità occidentale, perlopiù bianca, libera e benestante».

Contro la rivoluzione antropologica progressista

Lo storico ed editorialista Ernesto Galli della LoggiaSi tratta, avverte l’editorialista, di un atteggiamento che porta a una rivoluzione antropologica e che rischia di consegnarci a un’etica fai da te in cui contano solo i desideri soggettivi. Un’etica che supera lo stesso concetto di umanità.

«A differenza, insomma, delle precedenti ideologie di progresso, le quali miravano innanzi tutto a trasformare i rapporti sociali e politici, il progressismo attuale — scrive Ernesto Galli della Loggia — mira a qualcosa di completamente diverso: a sovvertire innanzi tutto il mondo dei valori e i rapporti personali tra gli individui. Lo sta facendo prendendo di mira due caposaldi di quello che potrebbe chiamarsi il pensiero corrente, l’opinione dei più, che fino a pochissimo tempo fa ancora bene o male servivano a definire culturalmente l’universo dell’Occidente: l’idea di natura e l’idea di storia».

Argomentazioni, si noterà, che non sono distanti da quanto ha sostenuto, con uno stile sicuramente meno appropriato, il generale Roberto Vannacci nel suo libro bestseller Il mondo al contrario.

La natura come un ostacolo da superare

Per i progressisti attuali con l’aiuto di scienza e tecnica la natura diviene qualcosa da superare, da lasciarsi alle spalle mentre in essa c’è il fondamento dei comportamenti umani elementari: la genitorialità, l’accoppiamento, la bipolarità di genere.

Galli della Loggia li cita tutti e tre questi comportamenti e non è difficile comprendere che ha di mira proprio le basi del pensiero gender.

«Secondo il punto di vista progressista che tiene oggi il campo la natura esisterebbe ormai solo come qualcosa da superare, un limite arcaico da gettarci dietro le spalle: concettualmente e se possibile praticamente… Concettualmente il progressismo mira a eliminare l’idea che i comportamenti umani elementari nonché gli stati psico-emotivi e i rapporti interindividuali che li caratterizzano (la bipolarità di genere e l’accoppiamento, la genitorialità, il legame dei gruppi primari) abbiano un qualsiasi fondamento nella natura.

Sostenendo che in questo ambito, viceversa, ogni cosa sarebbe frutto di convenzioni o di abitudini consolidatesi nel corso del tempo, un puro e semplice «prodotto della società» e quindi, come tale, modificabile o cancellabile a piacere.

Minando l’idea che nei comportamenti sociali e nei rapporti degli esseri umani tra di loro vi sia qualcosa che possa dirsi davvero ‘naturale’ e in questo senso ‘normale’, il progressismo odierno getta le basi per il soggettivismo più radicale».

La demonizzazione della Storia

Si passa poi a difendere la storia, altro bersaglio privilegiato della mentalità progressista che veda in essa una sequela di ingiustizie e di errori.

«L’illuminismo, il liberalismo, il socialismo – spiega Galli della Loggia – rappresentavano dei mondi morali, contenevano in sé degli ideali di vita individuale e sociale carichi di elementi positivi e di suggestioni, nei loro auspici erano anticipatori di un’umanità migliore.

Di fronte ad essi una posizione conservatrice era fatalmente condannata ad apparire retrograda, reazionaria: perché in buona parte realmente lo era.

Oggi però le cose stanno ben diversamente. Oggi opporsi al progressismo — in questo senso essere conservatori — ha poco del reazionario ma assai di più incarna una posizione di cautela e di dubbio necessari di fronte agli applausi scroscianti pronti a levarsi dappertutto verso il sempre nuovo, verso l’irrisione o la distruzione di quanto non lo è.

Oggi una posizione conservatrice ha paradossalmente quasi la funzione di un ‘katéchon’, di qualcosa che trattiene da una deriva potenzialmente fuori dall’umano».

Lisa Turri

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