30ANNI FA L’ADDIO A FRANCO FRANCHI

L’inconfondibile mimica
di «Franco e Ciccio»

1992-2022. Ricordo di Franco Franchi (e Ciccio Ingrassia)

 

Era il 9 dicembre 1992 e Franco Franchi ci lasciava. Un brutto male se lo portò via dopo una serie di ricoveri in ospedale. Finiva un’era. Insieme al suo sodale Ciccio Ingrassia aveva girato più di 100 film regalando al pubblico ore e ore di spensieratezza e allegria.

Franco Franchi in una delle sue inconfondibili smorfiePer noi boomer «Franco e Ciccio» erano la rappresentazione della comicità pura. Fatta di equivoci, di gestualità ma soprattutto di umanità. Facile identificarsi nelle loro storie, portavano in scena un Italia molto diversa da quella dei giorni nostri. Semplice, garbata, ma anche proiettata verso il legittimo desiderio di una vita migliore.

Nelle loro pellicole, spesso parodie c’era l’immagine del nostro Paese in bianco e nero, pur se molti film furono girati in «tecnicolor». Già scorrendo i loro fotogrammi s’intravedeva una società ancora povera, dove il desiderio di una automobile, o quello di un pasto completo, traspariva dalle loro battute.

L’incontro con Franco Franchi a via Taranto

Franco Franchi e Ciccio IngrassiaFranco e Ciccio erano e saranno due attori irraggiungibili. La loro mimica era unica, i loro tempi scenici ineguagliabili. Una comicità che puzzava di fame. Quella che avevano fatto entrambi da ragazzi nelle vie di Palermo, mettendo in scena le loro buffe macchiette nei vicoli della città.

Il successo artistico ed economico non ubriacò mai la coppia. Restarono semplici attaccati alla realtà. Tanti episodi testimoniano tutto ciò.

Franco all’apice della carriera comperò una casa a Roma nell’elegante quartiere Parioli. Ma dopo qualche tempo la lascio e preferì tornare verso la periferia (di allora) nel più popolare quartiere Tuscolano.

All’architettura del boom economico preferiva i palazzoni popolari del Tuscolano. Lui che era nato in un vicolo di Palermo, quartogenito di una famiglia numerosissima e costretto a salare il cibo nella speranza che i fratelli ne lasciassero gli avanzi.

Francesco Benenato in arte Franco Franchi una volta l’incontrai alla Posta di via Taranto in Roma (erano gli anni ‘80). Era lì, in fila come tante persone, attendeva il suo turno tra la meraviglia della gente.

Mi avvicinai. Volli ringraziarlo. Lui mi chiese perché? Risposi che insieme al suo compagno Ciccio, avevano rallegrato e divertito la mia infanzia e riempito di gioia i miei pomeriggi. Quando con le cugine e gli zii si andava al cinema Trianon a vedere i loro film.

Una storia «umanocinematografica»

Mai una parolaccia, mai una sgarbatezza, mai una cafonata. Questi erano Franco e Ciccio nelle loro pellicole. Due veri signori! Eppure le risate erano assicurate nelle loro facce (uniche) si poteva cogliere una gestualità ed una mimica recitativa che ancora oggi lascia stupiti.

Ricordo una puntata del «Maurizio Costanzo Show» dove entrambi, oramai anziani, regalarono gag e risate a tutti. Costanzo nella sua lungimiranza artistica disse. «Questi non vanno dimenticati. Osanniamoli oggi e non da morti».

A distanza di anni il mito di Franco e Ciccio resiste ancora. I loro film vengono proposti in tv e i social sono pieni di gruppi che celebrano la loro storia «umanocinematografica».

Nessuno li ha dimenticati, tranne le Istituzioni, un po’ troppo impegnate a celebrare i miti di alcuni attori più allineati politicamente.

Ecco, oggi 9 dicembre, anniversario della sua dipartita, mentre mi recavo al lavoro mi frullava in testa il motivetto musicale del film «I due maghi del Pallone» forse uno dei più divertenti del duo comico.

Guardando la mia agenda ho visto che proprio oggi era il suo anniversario. Brividi. Ciao Franco ti ho incontrato ancora una volta!

Massimiliano Burri

 

 

Lascia un commento