LA MORTE DI FRANCESCO NUTI

Ascesa e caduta
del «Toscano»

L'attore e regista Francesco Nuti è morto il 12 giugno all'età di 68 anni. Nella foto con Giuliana de Sio nel film «Io, Chiara e lo Scuro»

 

di Angela Alizzi

Francesco Nuti, uno dei personaggi di maggior successo nel cinema italiano degli anni ’80, si è spento il 12 giugno all’età di 68 anni in una clinica romana dopo una lunga malattia. I funerali si sono svolti oggi a Firenze, in forma privata nella Basilica di San Miniato al Monte.

Francesco Nuti. Nel 2006 il tragico incidente che lo lascio invalidoEra nato il 17 maggio del 1955 a Prato. Generazioni diverse si sono rispecchiate in Francesco detto «il Toscano» e nei suoi personaggi: Romeo, Caruso, Willy, Lorenzo, Dado, Pinocchio.

Il suo momento d’oro arriva negli anni 80, anni in cui coniuga con leggerezza e inventiva tutte le doti messe in mostra fin da ragazzino.

Comincia da giovanissimo e si esibisce sin da studente come attore dilettante fino al 1978, scrivendosi anche i testi e rivelando subito il suo naturale talento comico.

I primi successi con i Giancattivi

Il trio comico «I Giancattivi»: Alessandro Benvenuti, Athina Cenci e Francesco NutiPoi comincia a muovere i suoi primi passi da professionista, prima in teatro e poi in tv, con una coppia già attiva nel cabaret. A fine anni ’70 viene notato infatti da Alessandro Benvenuti ed Athina Cenci, in arte Giancattivi, e con loro forma un trio che gli porterà la popolarità in No Stop (grande fucina televisiva di talenti firmata da Enzo Trapani con il talent scout Bruno Voglino) e Black Out.

Nel 1981 arriva l’esordio al cinema, sempre con lo stesso inseparabile trio. Il film è Ad ovest di Paperino (firmato da Benvenuti), in cui viene riproposto parte del loro repertorio.

L’anno dopo Nuti decide di separarsi dai propri compagni nonostante con loro abbia vissuto il suo primo periodo di successi.

Ma di successi ne arriveranno altri, più grandi, con tre fortunati titoli per la regia di Maurizio Ponzi che faranno incassi notevoli: Madonna, che silenzio c’è stasera (1982) a Son contento (1983) con in mezzo Io, Chiara e lo Scuro (1983) che, nato come gustosa, toscana, parodia de Lo spaccone con Paul Newman, gli procurerà grande notorietà e diventerà quasi un film cult, legandolo per sempre al suo ruolo di grande giocatore di biliardo innamorato.

L’esordio alla regia

Francesco Nuti nella celebre sfida a bigliardo contro «Lo Scuro»Dall’85 in avanti decide di dirigersi da sé: Casablanca, Casablanca (1985), suo esordio registico, ammicca garbatamente al mitico film di Bogart e ripropone in realtà personaggi di Io, Chiara e lo Scuro.

Poi Tutta colpa del paradiso, Stregati, Caruso Paskoski di padre polacco, sono tutti hit al botteghino. Finché nel 1995 arriva il primo flop con Occhio pinocchio. Resta impigliato nella lunga, travagliata lavorazione della costosa pellicola dalle grandi ambizioni che, però, avrà pochissimo successo al botteghino.

Anche Verdone, Abatantuono, Troisi e altri della sua generazione di cabaret avevano toppato per poi riprendersi nei film successivi. Un flop capita a tutti prima o poi. Ma Nuti la prende malissimo.

L’attore-regista è già preda del demone autodistruttivo, l’alcool, che avrebbe segnato il suo declino da lì a poco. Difatti annuncia vari progetti ma poi rinuncia.

Nel 1999 Io amo Andrea, una commedia delicata e simpatica con Francesca Neri, e nel 2000 Caruso, zero in condotta. Da allora, a prevalere sul suo immenso talento sarà, sempre più spesso, l’alcol.

L’ultima volta sullo schermo è nel 2005, come attore, in Concorso di colpa, poliziesco troppo poco visto di Claudio Fragasso.

Nel 2006 il tragico incidente

L’anno dopo una rovinosa caduta dalle scale. Il trauma cranico è gravissimo. In una toccante intervista la figlia Ginevra avuta con Anna Maria Malipero dirà: «Francesco è e sarà sempre il mio papà anche se non può più parlare, muovere le mani e camminare ed è giusto che mi occupi di lui». E così è stato fino all’ultimo giorno.

Ci lascia in eredità 10 film e 15 titoli da attore, delle canzoni che sono vere e proprie poesie in musica e una biografia molto personale. Il titolo della biografia sembra un messaggio ai postumi in cui sintetizza perfettamente il tunnel di faticosa rieducazione, di ricadute e di speranze mai sopite che hanno caratterizzato l’ultima parte della sua vita: «Sono un bravo ragazzo Andata, caduta e ritorno». Addio Toscano!

Angela Alizzi

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