FABRIZIO DI ERNESTO

Oppholdsvær o del mio viaggio
alla fine dei giorni

Fabrizio Di Ernesto, Oppholdsvær o del mio viaggio alla fine dei giorni, Pav Editore

 

Parliamo con il giornalista e scrittore Fabrizio Di Ernesto del suo nuovo romanzo Oppholdsvær o del mio viaggio alla fine dei giorni  in libreria per i tipi di Pav Edizioni.

Il giornalista e scrittore Fabrizio di Ernesto. Oppholdsvær è il suo secondo romanzoL’interesse principale dell’autore sono i saggi di argomento storico e geopolitico, ma Fabrizio non disdegna delle incursioni nel mondo della narrativa.

Così dopo i libri Portaerei Italia, sulla questione delle servitù militari e le basi Nato nel nostro paese, L’Alba del nuovo mondo sulla rinascita del continente indiolatino e Santa Madre Russia sulla figura di Putin ed il ritorno di Mosca sullo scacchiere mondiale — tutti pubblicati da Fuoco edizioni — nel 2020 ha esordito nella narrativa con il romanzo Il tesoro dei Borghese edito da Porto Seguro.

Il titolo completo del tuo nuovo libro è Oppholdsvær o del mio viaggio alla fine dei giorni. Come mai hai scelto questo titolo così particolare?

Oppholdsvaer è un libro snello ma intenso che cerca di indagare, nel mio piccolo nell’animo umano. Pur parlando di vita, dolore e morte non ha la pretesa di offrire delle risposte ai grandi perché della vita ma spera ugualmente di offrire un qualche spunto di riflessione al lettore.

Inizialmente il titolo doveva essere solamente Oppholdsvaer poi con la casa editrice si è deciso di aggiungere una sorta di «sottotitolo» che desse il senso del libro e fosse più comprensibile.

Oppholdsvaer è un termine norvegese con un significato molto particolare, che ovviamente qui non rivelo per non spoilerare troppo.

Anni fa è stata definita la parola più bella del mondo e quando lessi l’articolo al riguardo rimasi colpito da questo termine e pensai che sarebbe stato bello scrivere una storia proprio ispirato da questo usando magari proprio quel significato così particolare come filo conduttore.

Il libro pur parlando di vita, dolore e morte non ha la pretesa di offrire delle risposte ai grandi perché della vita ma spera ugualmente di offrire un qualche spunto di riflessione al lettore.

Di cosa parla Oppholdsvaer?

È il racconto delle ultime settimane di vita di un uomo cui viene diagnosticato un male incurabile e la possibilità di vivere, ottimisticamente, sei mesi circa.

Il protagonista di fronte a questa notizia si getta ovviamente nello sconforto ma poi decide di reagire e di passare il tempo che gli rimane in viaggio, facendo quello che non aveva mai fatto prima ovvero vivere.

Così prende lo zaino, saluta tutti senza dire nulla a nessuno e si dirige verso l’estremo nord e decide di farlo come un «hippie fuori tempo massimo» ovvero con l’autostop, muovendosi a piedi e soprattutto vivendo alla giornata senza orari o impegni prestabiliti.

Paradossalmente però quando inizierà ad apprezzare e vivere quella vita da cui era sempre fuggito si accorgerà che il suo tempo sta per scadere e la sua salute è sempre più precaria e rimpiangerà le occasioni perse e maledirà il suo sempre essere apatico.

Ogni capitolo ha il titolo di una canzone e si apre con un verso della stessa. Come mai questa scelta così particolare?

La scelta è venuta con il tempo, mentre scrivevo il romanzo. Inizialmente i capitoli erano indicati usualmente tramite i numeri, poi ho provato a dare una sorta di «colonna sonora» al volume cercando anche di mantenere ogni capitolo in linea con la canzone scelta.

Marco Scauro

 

 

 

Fabrizio Di Ernesto
Oppholdsvær o del mio viaggio alla fine dei giorni
Pav Edizioni, pagg. 122

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