LUIS ZÚÑIGA, ASSO DEL CIELO

Elia Liut, l’italiano che volava
fra i Condor delle Ande

Luis Zúñiga, Asso del cielo, Edizioni Arcoiris. Nella foto: Elia Liut e Ferruccio Guicciardi accanto al Telegrafo I

 

Il nome di Elia Liut (1894-1952) è praticamente sconosciuto in Italia, con l’eccezione di Fiume Veneto, il comune friulano dove è nato. Al di là dell’Atlantico, in Ecuador, l’Asso del cielo italiano è invece celebrato come eroe nazionale.

Asso del cielo. Elia Antonio LiutÈ proprio Asso del Cielo il titolo scelto dalle edizioni Arcoiris per presentare al pubblico italiano il romanzo che lo scrittore ecuadoriano Luis Zúñiga ha scritto sulla vita avventurosa di Elia Liut.

Pilota di caccia durante la Prima guerra mondiale Elia Liut, al termine del conflitto divenne istruttore di acrobazia aerea sull’aeroporto di Roma Centocelle. Nel 1919 stabilì il record mondiale di velocità.

La sua vita ebbe un’improvvisa svolta quando nel marzo del 1920, dopo aver assistito ad una delle sue esibizioni, il console ecuadoriano a Roma lo invitò a trasferirsi nel paese andino per divulgare le sue conoscenze sul mondo aeronautico.

Dopo l’impulso ricevuto con l’impiego bellico in Europa cominciava a muovere i primi pionieristici passi l’aviazione civile. Molti piloti si stavano trasferendo in America Latina, intravvedendo la possibilità far valere in queste nazioni giovani le abilità apprese durante il conflitto.

Elia Liut in volo col «Telegrafo I»

Asso del cielo. Cartolina commemorativa di Elia LiutIn Ecuador l’aeroplano era praticamente un oggetto sconosciuto. Arrivato nella cittadina di Guayaquil il 26 luglio 1920 con un altro pilota, un meccanico e il suo biplano, Elia Liut mostrò subito le potenzialità del mezzo aereo.

Le evoluzioni di Elia Liut stupirono il numeroso pubblico accorso ad ammirarle, fecero ricredere i militari precedentemente scettici sulla opportunità di creare una scuola di volo ecuadoriana, e convinsero l’industriale José Abel Castillo, proprietario del periodico El Telegrafo, a puntare sul pilota italiano per la creazione del primo servizio postale aereo del paese.

Impressionati da quanto avevano ammirato nel cielo di Guayaquil, i notabili del comune di Cuenca chiesero di poter mostrare ai propri cittadini le evoluzioni aeree del pilota italiano.

Per raggiungere la nuova località proponevano di smontare il veicolo e trasportarlo a Cuenca attraverso un un faticoso trasferimento via terra, in quanto tra i due comuni si erge la Cordigliera delle Ande che in quel tratto supera i 3.500 metri di altitudine.

La traversata delle Ande ecuadoriane

I francobolli commemorativi del pilota Elia Liut e dell'imprenditore José Abril Castillo che con il voli di Telegrafo I crearono il servizio postale aereo in EcuadorElia Liut rispose che si sarebbe recato a Cuenca solo volando con il suo Macchi. Per militari e civili, ciò equivaleva ad un suicidio.

L’impresa era giudicata impossibile. Il leggero velivolo, di balsa e tela, non avrebbe resistito ai forti venti di alta quota, sfidati fino ad allora soltanto dalle grandi ali dei condor andini.

Dopo un primo tentativo andato a vuoto per le cattive condizioni metereologiche, al secondo volo Elia Liut atterrò trionfalmente a Cuenca, recando con sé le copie del Telegrafo e il pacco della posta.

La prima traversata aerea delle Ande trasformò Elia Liut in un eroe nazionale. Gli aprì la strada per la direzione della Scuola militare di Aviazione creata prima a Guayaquil e poi nella capitale Quito. Il pilota italiano non lascerà più l’Ecuador.

Nel 1939 allo scoppio della Seconda guerra mondiale Elia Liut avrebbe voluto nuovamente combattere nell’aviazione del suo paese, ma il ministero dell’aeronautica italiana lo giudicò troppo in là con gli anni per tornare a servire la Patria sui nuovi arerei da caccia.

Vincenzo Fratta

 

 

 

 

Luis Zúñiga
Asso del cielo
Arcoiris, pp.134

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